Leo
E' un
quartetto italo-svizzero a focalizzare con questo cd la sua attenzione sul
musicista e polistrumentista americano Thomas Chapin, scomparso nel febbraio
del 1998, a poche settimane dal suo quarantaduesimo compleanno. Non molto noto
ai più, Chapin ha lasciato segni indelebili del suo passaggio sulla scena del
jazz contemporaneo, in particolar modo su quella della downtown newyorkese.
Stefano Leonardi, flauti; Stefano Pastor, violino; Fridolin Blumer,
contrabbasso ed Heinz Geisser, batteria in questa loro recente produzione, per
la prestigiosa Leo Records, non si ripromettono di celebrarne le gesta
innovative che la sua filosofia jazz ha evidenziato ma scelgono di tracciare
una conversazione musicale, da qui il titolo del cd, riferendosi alle
metodologie che il musicista americano seppe concepire nella sua pur breve ma
intensa attività di musicista. Singolare può essere poi definita la
configurazione del quartetto che accosta i flauti di Leonardi al violino di
Pastor in un gioco d'interazione intenso e sfaccettato supportato
magnificamente dalla sezione ritmica del duo Blumer-Geisser. Sette gli episodi
che coniano la selezione musicale dell'intero cd, di cui sei composizioni
originali firmate in toto dal quartetto ai quali si aggiunge la ripresa di
“Anima” pescata invece nel repertorio di Chapin. L’ambient ricorrente è permeato
da un alone cameristico fortemente irrorato da consistenti porzioni
improvvisative che mettono in evidenza le qualità tecniche dei componenti il
quartetto e la loro amabile predilezione per la libertà espressiva. La title
track che apre l’album ha una struttura variegata ed alterna momenti ricchi di
tensioni e frenesia ritmica a porzioni intimistiche in cui ricorre il tema
primario del brano. A sorpresa poi arriva il climax inizialmente rarefatto di “The Way Everythings Works” che passo dopo
passo sfocia in un ipnotico ritmo world. La parte centrale dell’album è densa
di momenti ricercati sia a livello espressivo che nell’attività di interplay
che coinvolge tutto il quartetto, mentre la ripresa di “Anima” regala fulminei
umori lirici presto sopraffatti da una sorta di smaniosa tensione espressiva che
è nei fatti l’essenza viva e pulsante di uno dei migliori album jazz prodotti
in Europa nel 2014.
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