Omit Five
Caligola Records
Esce pochi mesi fa, per l’etichetta Caligola
Records questo cd del gruppo Omit Five, cinque giovani musicisti che legano idealmente,
dato le loro provenienze, Veneto Campania e Sicilia. Un cd frutto di un
progetto che prende vita nel 2010, come appendice indipendente del laboratorio
di improvvisazione del biennio jazz del conservatorio F.Venezze di Rovigo. I
protagonisti: Mattia Dalla Pozza, sassofonista; Filippo Vignato al trombone;
Joseph Circelli, chitarra; Rosa Brunello, contrabbassista e Simone Sferruzza,
batteria. Registrato all’Urban Recording di Trieste nel settembre 2011 questo
cd, che porta lo stesso nome del gruppo, è una pregevole realizzazione che rivela
la dimestichezza con il mondo del jazz che musicalmente questi cinque musicisti
hanno ormai acquisito. A ciò si aggiunge la loro capacità di aver saputo coniare un linguaggio
espressivo che unisce una sorta di post bop o post cool con sonorità tipiche di
jazz moderno, dove sono facilmente riscontrabili forme o strutture musicali che
non nascondono, più di tanto, anche umori provenienti da ambiti pop o rock. Il
tutto è confezionato con abile maestria e la qualità delle dieci composizioni
contenute nel cd cresce ascolto dopo ascolto rivelando la bontà della
scrittura, ben otto brani sono originali, una ben ragionata spalmatura delle
parti improvvisative nonché una invidiabile sensibilità interpretativa che
fuoriesce ad iosa nelle riprosizioni delle due tracce non originali: “Shyne
Things” firmata dal binomio Tom Waits / Kathleen Brennan e “Oclupaca” del
grande maestro Duke Ellington. Il quintetto si muove con maestria in ogni ambito della
selezione musicale con i due fiati di Vignato e Dalla Pozza in grande evidenza
e con la sei corde di Circelli che si rivela espressione di un layout certamente
particolare ai quali si affianca una sezione ritmica incandescente che apporta
vigore e impulso ritmico fondamentale in ogni momento della performance esecutiva. Nel suo
insieme anche questa è un’altra bella testimonianza del grande amore per il
jazz che le giovani generazioni di musicisti italiani amabilmente nutrono.
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