mercoledì 14 maggio 2014

Waiting For You To Grow

Kris Davis Trio

Clean Feed


Dopo l’escursione nell’universo del piano solo di Aeriol Piano e di Massive Threds, di quest’ultimo potete leggere qui la mia recensione, Kris Davis propone un piano trio con il contrabbassista John Hebért e con il batterista Toma Rainey, con il quale ha suonato recentemente nel godibilissimo Obbligato di cui presto vi proporrò la recensione. Anche nell’ambito di questo cd la pianista canadese, oggi cittadina newyorkese, mostra il suo incedere da musicista impegnata a coniare un lessico jazzistico incline alla sfera della musica contemporanea, con strutture che si delineano in costante divenire senza schemi rigidi o classici e senza sfaccettature accondiscendenti. La Davis magnificamente supportata da un raffinato, nonché stilisticamente perfetto Hebért,  in ideale sintonia con un attivissimo e mai banale Rainey, traccia geometrie taglienti e fluide a partire dall’iniziale “Whirly Swirly” che muta però varie volte, durante i quindici minuti e trentatre secondi della sua durata, i tempi ritmici del suo svolgersi, aprendosi a parentesi rarefatte e riflessive impinguate di sperimentalismo. Frazioni di ostinati e lampi di free testimoniano, per il trio e per la Davis in particolare, l’evidente orbitare tra i pianeti di un alto lignaggio espressivo. La conferma di quanto detto e di come sia difficile e impossibile, etichettare questa musica, arriva con “Berio” chiaramente ispirata al celebre musicista, dieci minuti introdotti in sordina con una sequenza di accordi del pianoforte sui quali si muove il solo di Hebért al contrabbasso. Poi il ritmo si fa più sostenuto, l’interazione più viva e il brano si delinea in crescendo, con il grande lavorio della Davis al pianoforte e il robusto e ricco drumming di Rainey. C’è un’intensa attività interattiva anche in “Propaganda and Chiclets” che lievità man mano che il brano prende forma, con i tre musicisti che sembrano muoversi in totale simbiosi fino a quasi metà del brano. Poi arrivano dinamiche più acquiescenti, con un dialogo tra pianoforte e contrabbasso contrappuntato con delicatezza da Rainey. La traccia finale, che da il titolo al cd, ci regala un ambient sottilmente armonico, dove si possono apprezzare come non mai le peculiarità stilistiche dei tre musicisti, capaci di rilasciare emozioni coinvolgenti, anche in questo caso, rifuggendo canoni espressivi standardizzati.  All’interno della copertina cartonata, che contiene il cd, la Davis ha inserito la foto del piccolo Benjamin, il figlio appena arrivato e di cui era in attesa, come racconta tra le righe, mentre scriveva i brani di questo lavoro. E si chiede, mamma Kris, se il piccolo ascoltava e gradiva queste composizioni. Non lo sapremo ne io, ne voi e forse neanche la stessa Davis, quello di cui sono certo ora, dopo avere ascoltato e riascoltato questo cd, è che anche questa volta miss Davis ha fatto centro.

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