venerdì 12 settembre 2014

Mise en Abîme

Steve Lehman Octet

Pi


C’è una grande quantità di frenesia ritmica, di fiati fluttuanti, di concezioni moderne ed espressività alternative nel linguaggio del sassofonista Steve Lehman che, con lo stesso ottetto con il quale realizzò lo stellare Travail, Transformation e Flow, si ripropone in questo riuscitissimo cd. Qui il nostro prova a condensare la tradizione jazz, vedi la rilettura di alcune composizioni di Bud Powell come “Glass Enclosure” e “Parisian Thorougfare”, con i principi di armonia spettrale decantate e applicate dal compositore francese Tristan Murail. Il resto è una ampia apertura a tecniche e linguaggi avanzati della musica contemporanea, che trova l’ensemble in perfetta sintonia, impegnato in un gioco fittissimo di scompaginanti interazioni e fulminanti soli con un front-line di fiati che vede allineati, oltre al leader all’alto sax e ai live eletronics, Jonathan Finlayson, tromba; Mark Shim, sax tenore; Tim Albright, trombone. Poi il comparto ritmico, con Chris Dingman alla prese con un vibrafono preparato su misura, con accordature alternative, Drew Gress al contrabbasso e Tyshawn Sorey alla batteria. Dinamiche travolgenti in un ambient di sonorità urbane che incalzano l’ascoltatore, come nella splendida “Autumn Interlude” che segue l’omaggio in “Codes:Brice Wassy” al grande batterista camerunese o nella percussiva “Chimera / Luchini”. Poi, dopo tanto futurismo, ecco la già citata “Parisian Thorougfare” di Powell, una parentesi nostalgica e rarefatta che unisce, in una atmosfera spettrale, una vecchia registrazione privata di Powell, di cui si ascolta anche un parlato, con i fraseggi del sax di Lehman a chiusura di un disco prezioso da custodire con cura.


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