Setola di Maiale
Se l’etichetta discografica Setola di Maiale dichiara senza mezzi termini di occuparsi di musiche non convenzionali allora è sicuramente lecito trovare nel suo catalogo una produzione unica nel panorama jazz italiano. Oktopus Connection è il suo nome ma anche quello dell’ottetto tutto italiano che l'ha incisa. Otto musicisti che rispondono ai nomi di Riccardo Marogna, Piero Bittolo Bon, Alberto Collodel, Marcello Giannandrea e Nicola Negri ai fiati; Niccolò Romanin alla batteria e agli effetti speciali; Giambattista Tornielli al violoncello e Luca Ventimiglia al vibrafono. Tutti interessati alla ricerca nel campo del jazz sperimentale e guidati dal clarinettista e sassofonista padovano Riccardo Marogna. Come precisato da quest’ultimo, in sede di presentazione del progetto, si tratta di “un’improvvisazione collettiva su partiture grafiche” che tradotto in concreto delinea una serie di notazioni grafiche, tracciate dallo stesso Marogna, che danno vita a degli stadi sonori che vanno via via moltiplicandosi e in cui può ritrovarsi ogni musicista coinvolto. Il tutto si realizza naturalmente in relazione con altri musicisti ed ogni esecuzione ha una sua identità sempre diversa dalla precedente o dalla successiva . C’è nei fatti e alla base di questa concezione dello sviluppo dell’improvvisazione jazz, un preciso riferimento alla teoria dei grafi usata sia in matematica che in informatica. Sei le parti, in cui è suddivisa quella che poi può essere definita una suite, ognuna delle quali è identificata con un preciso numero e tutte denominate “Graph”. L’ascolto riserva sorprendenti paesaggi sonori in ambiti variegati, in cui prendono vita strutture multiforma che alternano intensi contrasti sonori a porzioni rarefatte. Si passa da atmosfere cameristiche ad interazioni puramente free e da un brano all'altro è tutto un brulicare di suoni e dialoghi imprevedibili. Tensioni e rilassamenti si alternano fra dinamiche in continua mutazione. E' un'esperienza di ascolto di grande impegno ma sicuramente ricambiata dalla qualità della performance che ci fa apprezzare un ensemble che guarda oltre il mare del prevedibile, percorrendo territori comuni a quelli battuti da musicisti come Anthony Braxton o Bill Dixon. Marogna e soci hanno molte frecce ai loro archi e sopratutto coltivano il gusto dell'azzardo. Avanti così ragazzi!
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