Jason
Roebke Octet
Delmark
E’ dalla scena jazz di Chicago che arriva l’ottetto
che firma questo spumeggiante cd. A coordinarlo è il contrabbassista Jason
Roebke ormai integratosi nella città del vento da almeno quindici anni. Accanto
a lui sette musicisti che operano nel medesimo contesto del leader: Greg Ward,
sax alto; Keefe Jackson, sax tenore; Jason Stein, clarinetto basso; Josh
Berman, cornetta; Jeb Bishop, trombone; Jason Adasiewicz, vibrafono; Mike Reed,
batteria. Undici le composizioni scritte da Roebke per l’occasione,
opportunamente pensate per la specifica struttura dell’ensemble che come è
evidente si avvale di una robusta sezione di fiati e di una sezione ritmica arricchita
dalla presenza di uno strumento
particolarmente caratterizzante come il vibrafono. La title track che apre
l’album è fluida e riserva, tra incursioni bop, umori funky ed echi di swing,
una parentesi riflessiva, per un articolato solo di sax e di interazioni in duo o in trio, all’interno
del suo svolgimento per poi chiudersi così come aveva iniziato. La successiva
“Slow” sembra giocata in un contesto di libertà alla ricerca però di assonanze
e convergenze comuni, mentre “Blues” propone, su un mood piatto ed ostinato, un
crescendo armonico sempre più definito e in divenire. Poi le rassicuranti e
armoniosi ondeggiamenti di “Dirty Cheap” e lo scintillante funkeggiare di “No
Passengers” mentre quando già ci si avvia alla conclusione arriva in penultima
traccia “Shadow” intrisa fino in fondo di essenze ellingtoniane. Tra passato e
presente, rimandi alla tradizione e stimoli innovativi, si delinea una
produzione certamente di rilievo.
Giuseppe Mavilla
Giuseppe Mavilla
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