Ches Smith Craig Taborn Mat Manieri
Ecm
Il
batterista Ches Smith si è già rivelato, tra l’altro, attraverso il sue essere
membro dei Tim Berne’s Skaneoil nonché da leader del gruppo These Arches. Ora
approdato alla Ecm ci propone otto composizioni a sua firma eseguite con il pianista Craig Taborn e il violinista
Mat Manieri. Il trio si muove attraverso un percorso contaminato da vari elementi: il genero
classico, l’improvvisazione jazz, la ricerca nel filone contemporaneo.
L’apertura con la title track vede i tre intersecarsi con impulsi sonori,
velati accenni di melodie, eruzioni percussive e laceranti sviolinate. Ma è
“Isn’t it Over” due brani più avanti, a tracciare un tema breve ma sufficiente
a delineare un tratto danzante che la viola di Manieri, prima, e il vibrafono
di Smith , dopo, esplicano come fonte irrorante di una porzione improvvisativa
che vedrà il trio in totale simbiosi. Poi il verbo espressivo sembra
impinguarsi di ritmo brioso e armonia: è la volta di “Wacken Open Air” intensa,
avvolta in un turbinio svolazzante. E’ un layout esclusivo, quello dipanato da
Smith, Manieri e Taborn , non etichettabile, fantasioso e cangiante, come gli
ambiti in cui si svela “It’s Always Winter Somewhere” quasi barocca in qualche
passaggio ma al tempo stesso estrosa e ritmicamente sinuosa. Opera di grande
pregio questa di Smith e soci che da qualche settimana dimora indisturbata sul
mio player.
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