giovedì 14 febbraio 2019

Volverse

Rosa Brunello Y Los Fermentos

Cam Jazz




di  
Giuseppe Mavilla

Mentre il nuovo album di Rosa Brunello Y Los Fermentos è  in uscita o forse è già uscito, dipende da quando leggete questa recensione, voglio comunque raccontarvi di questo Volverse, terzo album del gruppo della contrabbassista già apprezzata nell’ambito degli Omit Five di cui potete leggere qui e qui le relative mie recensioni. 

Questa è la terza opera per la musicista veneta, dopo i già apprezzati “Camarones A La Plancha”  e “Upright Tales” realizzati con formazioni diverse, il primo in quintetto, il secondo con Y Los Fermentos, gruppo  formato oggi da Alessandro Presti alla tromba; Luca Colussi alla batteria, Filippo Vignato al trombone e all'elettronica e dalla stessa Brunello al contrabbasso. 

Un album registrato dal vivo alla Casa del Jazz di Trieste nel febbraio del 2017 e pubblicato poco meno di un anno fa. Un album di modern jazz con una selezione musicale che alterna a composizioni dalla struttura legata alla tradizione  brani dall'articolazione variabile, con sonorità arricchite dalle manipolazioni elettroniche di Vignato. La leader è il fulcro ritmico di riferimento del gruppo, lo fa  con una presenza determinata ma non invadente che, accanto al drumming fantasioso, puntuale e raffinato di Colussi, completa una sezione ritmica di gran pregio. 

I due fiati della coppia Presti-Vignato celebrano innanzitutto l'essenza lirica dei temi, quattro dei quali a firma della Brunello ed uno ciascuno a firma  Vignato e  Colussi, per poi concedersi spazi improvvisativi, sempre pianificati nella struttura dei brani, alimentando così le dinamiche espressive del combo. 

Il tutto è riscontrabile in brani come “Christamas Tree” introdotto dal solo di Colussi e dai luminosi fraseggi della tromba di Presti; “Pina Bausch” ritmicamente sostenuto, con il riff borbottante di Vignato contrappuntato dalla tromba di Presti. Un brano che si sviluppa in una costante e variegata mutabilità di ambient e di ritmi. E poi la title track, rarefatta e minimalista nell’intro,  lievita velocemente d’intensità interattiva fino a formare un magma sonoro da cui, quasi magicamente, prende corpo un tema dai chiari influssi mediterranei che, intervallato da porzioni improvvisative, porta alla fine del brano. 

Gli applausi  del pubblico e la presentazione dei musicisti del gruppo, ad opera della stessa Brunello, chiudono un album di pregevole fattura che difficilmente vi stancherete di ascoltare.

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