Clean Feed
di Giuseppe Mavilla
Nuova
produzione per il Mark Dresser Seven, dopo l'ottimo Sedimental
You del 2016. Ancora affiancati ritroviamo Nicole Mitchell
ai flauti; Marty Ehrich ai clarinetti e sax; Keir GoGwilt,
avvicendatosi in questa occasione a David Morales Boroff, al violino;
Michael Dessen al trombone; Joshua White al pianoforte; Jim Black
alla batteria e lo stesso Dresser al contrabbasso. Questo, Ain't
Nothing But a Cyber Coup & You, lo vede ricordare la
scomparsa del sassofonista Arthur Blyte e del pianista Butch Lacy,
musicisti con i quali Dresser ha suonato. A loro sono ispirati e
dedicati rispettivamente la traccia di apertura, "Black Arthur's
Bounce" (in memoria del sassofonista Arthur Blythe) e quella di
chiusura dell'album, "Butch's Balm" (in memoria del
pianista Butch Lacy) la prima caratterizzata da un tema ritmato dai
risvolti funky e dai soli di tutti i componenti il settetto; la
seconda dall'atmosfera pacata a volte struggente, una sorta di nenia
nel ricordo di Lacy.
Ci
sono anche lucide osservazioni sonore su eventi che travalicano
l'universo artistico del jazz, "Let Them Eat Paper Towels"
ad esempio, traccia n.5 della selezione, ha lo stesso titolo del
pezzo scritto da Paul Krugman per il New York Times il 12 ottobre del
2017, a commento dell'assoluta inadeguatezza della risposta del
governo americano alla grave emergenza creata nel Puerto Rico dal
passaggio dell'uragano Maria. Musicalmente il tutto si esplicita
prima in un' intro dai suoni laceranti, poi nella ripresa della
melodia di "Que Bonita Bandera" inno nazionale non
ufficiale del Puerto Rico. Ritmo velato da umori latini, soli
improvvisati dei vari strumenti, un breve interludio sul quale
irrompe la tornata tribale del duo Black - Mitchell prima del finale
con la ripresa del tema. "Embodied in Seoul", invece
scritto e interpretato per la prima volta per il concerto telematico
2018 Interconnections For Peace tra ensemble di New York, San Diego e
Seoul è per questa occasione riproposto in versione ridotta e si
sviluppa tra tensioni avant e riprese di un ambient cameristico.
Una
ballata a passo di valzer "Gloaming" più l'incalzante
rincorsa, tutta in crescendo, della travolgente traccia che da il
titolo all'album, nonché, le cinque brevi tracce suonate dal
leader in totale solitudine, con l'ausilio delle cosiddette "The
McLagan Tines" un dispositivo sperimentale che si applica al
contrabbasso ideato dal contrabbassista Kent McLagan, grande
amico di Dresser, completano la selezione musicale di un album di
grande pregio e ampio godimento che difficilmente riuscirete a
togliere dal vostro player vista l'ampia articolazione della sua
proposta.
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