Satoko
Fujii / Ramon Lopez
Libra
Dodici album nel 2018, uno al mese per la pianista giapponese Satoko Fujii, che l'hanno vista celebrare i suoi sessant'anni, mentre in questo 2019 si è riproposta con il piano solo Stone, già recensito in questo blog. Ad esso ha fatto seguito qualche mese fa Confluence, di cui mi accingo a raccontarvi, mentre è in uscita, in questi giorni, Four in duo con il contrabbassista Joe Fonda. In più sono in arrivo Entity inciso con la Satoko Fujii Orchestra di New York e Baikamo in duo con il batterista Tatsuya Yoshida.
Non sono i numeri del 2018, sicuramente eccezionali, ma è una produzione a suo modo cospicua, anche quest'anno, per un'artista che si dimostra artisticamente prolifica
In Confluence la Fujii è ancora in duo, questa volta con il batterista spagnolo Ramon Lopez (tra le sue frequentazioni: Herb
Robertson, Ivo Perelman, Joe Morris, Agustí Fernández e Barry Guy)
un incontro svoltosi senza alcun programma prestabilito, come
racconta la Fujii. I due sono entrati in studio e hanno iniziato a
suonare improvvisando e tra loro si è subito instaurata una
dialettica sonora dipanatosi in otto tracce originali. Passaggi
lirici, turbinii densi di frenesia espressiva, ricerca sonora
trasbordante. Nell'insieme un mosaico
variegato che dipinge ancora una volta la Fujii come
una musicista che si esprime alternando spunti classici ad
intraprendenza improvvisativa libera da ogni canone prestabilito.
In
tutto questo il ruolo di Lopez non è, come si potrebbe erroneamente
ipotizzare, secondario, bensì incredibilmente fondamentale
nell'esaltazione delle peculiarità stilistiche della
Fujii. Già ad iniziare da "Asatsuyu" il flusso sonoro si
dipana meravigliosamente, tracciato da un pianismo tenero, gentile,
lirico ed ispirato a cui Lopez si accosta con rara sensibilità dando l'illusione di uno strumento, il suo, magicamente
mutatosi in un chissà quale strumento dai suoni tutt'altro che
esclusivamente percussivi. Il suo ruolo è quello di incastonare,
rafforzare, far pulsare la performance.
Un
poco più avanti "Runi" un turbinio espressivo
piano-batteria decisamente free e a seguire "Three Days Later" fraseggi lirici della Fujii e drumming di Lopez in assoluta sintonia, passaggi struggenti e tumulti sonori. In penultima traccia "Quiet Shadow" sibilo
ostinato e batteria fremente, fraseggi free, suoni ricercati e lancinanti, atmosfera avant.
Si
chiude con la Fijii ancora ispirata liricamente, con la title
track che lievita passo dopo passo fissando, come meglio non si potrebbe e in crescendo, la confluenza
delle emozioni sonore del binomio Fujii-Lopez. Un must!
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