martedì 10 novembre 2020

Data Lords

Maria Schneider Orchestra

ArtistShare

di  Giuseppe Mavilla

Questo nuovo doppio album di Maria Schneider, compositrice e arrangiatrice nonché direttrice d’orchestra, esplica la sua essenza già dalla foto di copertina che ritrae una foglia per metà raffigurante le tipiche venature di un elemento vegetale mentre l’altra metà mostra i tratti di un circuito elettronico. E’ la contrapposizione tra mondo digitale e mondo naturale, tra la rete, i grandi che la governano e la natura. A quest’ultimo mondo la Schneider si era già ispirata nella realizzazione del suo precedente lavoro The Thompson Fields

Vincitrice di un Grammy Award la Schneider  ha condotto molte battaglie per la difesa dei diritti dei musicisti, si è sempre dichiarata contraria all’appropriazione illegale che la rete ha operato sulla musica.  Questo suo doppio album realizzato con un’orchestra di 18 elementi, da lei diretti, riflette le sue visioni dei due mondi e la musica è profondamente diversa fra l’uno e l’alto cd per sonorità, toni e dinamiche.

Il primo cd ha sonorità cupe, taglienti ed evoca il mondo digitale, disegna entità primordiali della rete come i signori dei dati, sempre pronti a farci cogliere i loro ammiccamenti. La traccia d’apertura “A World Lost” ha un tema ondeggiante inizialmente affidato al pianoforte di Frank Kimbrough che pian piano lievita grazie alla spinta degli ottoni, attraversato dalla linfa tagliente e intrigante della chitarra elettrica di Ben Monder, autore di uno dei due soli presenti in questo brano, l’altro è affidato al sax tenore di Rich Perry che, mentre l’ambient diventa magmatico, si eleva su tutto con un fraseggio luminoso e illuminante.  

“Don’t Be Evil” prende in giro il colosso Google attraverso un riff funkeggiante che in qualche passaggio simula la ritmica del tango, il brano è stato commissionato direttamente attraverso ArtistShare da David & Ginger Komar ed è stato presentato in anteprima al Newport Jazz Festival il 6 agosto 2017. Tra i più intensi e articolati dell’intera selezione si dipana anche attraverso i preziosi soli di Jay Anderson (basso), Ben Monder (chitarra), Ryan Keberle (trombone) e Frank Kimbrough (pianoforte). A seguire "CQ CQ, Is Anybody There?" altro brano che nulla invidia al precedente per intensità e articolazione, intriso di nostalgia per l’esercizio radioamatoriale e per il codice Morse (il primo linguaggio binario elettronico). 

Il brano si apre con i musicisti che sembrano esprimersi in totale libertà, poi il solo di Donny McCaslin emerge su tutto e traccia un percorso, coadiuvato dal drumming incalzante e continuo di Johnathan Blake. L'arrivo dei fiati rende il sound fluttuante, i ritmi riproducono di tanto in tanto la sintassi temporale del codice Morse   mentre la tromba elettrificata di Greg Gispert sale in cattedra quale metafora sonora dell’intelligenza artificiale. Il cd dedicato al mondo digitale si chiude con “Data Lords” con il fronte sonoro irradiato dai fiati per un altro brano intenso caratterizzato dagli interventi solistici di Mike Rodriguez alla tromba elettrificata e di Dave Pietro al contralto. 

Il secondo cd, quello dedicato alla realtà naturale si apre con l’infuso sonoro ammaliante e fascinoso di "Sanzenin" ispirata ai giardini dei templi magici e meditativi, vecchi di centinaia di anni, a nord di Kyoto in Giappone ed è impreziosita dai fraseggi di Gay Versace alla fisarmonica che sembra danzare tra le meraviglie del posto. Dopo il gioco in qualche modo barocco di "Stone Song" arriva la fluidità di "Look Up" condotta con eleganza da Marshall Gilkes al trombone, brano che proietta orizzonti infiniti e luminosi. E ancora le suggestioni e giochi armonici di "Braided Together" con Dave Pietro al contralto, ispirata da una poesia di Ted Kooser. A seguire "Bluebird" commissionato da: The Hopkins Center, Dartmouth College, The Flynn Center  per il Performing Arts  e il Center for Performing Arts della Penn State University per la sua prima in aprile 2016. Ambient ideale per la variegata espressività jazz di Steve Wilson al contralto e Gary Versace alla fisarmonica.

Si chiude con “The Sun Waited for Me” un’esortazione a prestare ogni giorno attenzione alla natura e alla sua bellezza, un brano eseguito in corale da tutta l’orchestra dove emerge il solo di Donny McCaslin al tenore e la splendida melodia lirica interpretata Marshall Gilkes al trombone, altro brano questo ispirato ad una poesia di Ted Kooser. 

Tutto questo è “Data Lords” inciso in quattro giorni e finanziato da un crowdfunding realizzato da ArtistShare su piattaforma internet, un album di grande spessore musicale e culturale. 

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