domenica 24 gennaio 2021

Dust of Light / Ears Drawing Sounds

 Ivo Perelman / Pascal Marzan

Setola Di Maiale

di  Giuseppe Mavilla

Una discografia che consta di 100 album, incisi in trent’anni, per il sassofonista Ivo Perelman, un traguardo raggiunto nel 2020 e festeggiato con la pubblicazione di tre nuovi lavori: Dust of Light / Ears Drawing Sounds inciso con un virtuoso di chitarra, il francese Pascal Marzan; The Purity Of Desire con Gordon Grdina e Hamin Honari e Shamanism con Joe Morris e Matthew Shipp. A questi si sono aggiunti prima della fine dello stesso anno: Polarity, in duo con il trombettista Nate Wooley; Garden of Jewels in trio con Whit Dickey e Mathew Shipp e un documentario "Ivo Perelman: A musical Storyteller" dedicato alla sua carriera di musicista. Un musicista estremamente prolifico, il nostro, le cui produzioni non smettono mai di affascinare e di sorprendere. L’ ennesima dimostrazione di quanto appena affermato è questo Dust of Light / Ears Drawing Sounds scaturito da un incontro inedito tra i due musicisti avvenuto a Londra che li ha immediatamente avvicinato.

E’ noto che Perelman ha studiato, agli inizi della sua carriera musicale, la chitarra e pensate un pò, lo ha fatto sulle stesse opere su cui ha studiato Marzan, quelle del compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos. Ma se è noto, a me e a voi consueti frequentatori di questo blog, quale sia stato il percorso successivo di Perelman, poco e niente ci è noto di Marzan per cui è opportuno soffermarci un attimo su di lui che dopo aver suonato musica classica e musica improvvisata  con musicisti britannici, come il chitarrista John Russell, il violinista Phil Wachsmann e il chitarrista transalpino Alex Ward, ha deciso di modificare l’accordatura della sua chitarra. Per farlo ne ha acquistato una nuova, ma a dieci corde, sulla quale ha accordato ogni corda con un intervallo di un terzo di tono dalla corda successiva, creando così una sorta di micro tonalità. 

Questo ha affascinato Perelman e quell’incontro di Londra, di cui scrivevo prima, ha fatto nascere una immediata sinergia fra i due musicisti. Il prezioso frutto di quell’incontro è questo album registrato al David Hunt Studio di Londra nel febbraio 2020. I dodici brani in esso contenuti rivelano l'arte di due musicisti in totale simbiosi pur nella diversità culturale e musicale che li contraddistingue. Avvinghiati in un fitto dialogo in divenire, Perelman e Marzan rilasciano melodie e dinamiche sonore che toccano vette eccelse dell'espressività musicale. Il sax tenore dispiega una vocalità da brividi, elevandosi su tonalità altissime, ma sa essere rauco, incisivo, denso di feeling e dirompente così come lo conosciamo. Una duttilità sonora e creativa così toccante che lascia sbalorditi. Marzan è una inaspettata e straordinaria sorpresa (mi viene da dire: grazie Ivo per avermelo fatto scoprire!) così com'è sbalorditiva la sua tecnica strumentale, tanto quanto questa magnifica scoperta del suo strumento, una  ten string microtonal acoustic guitar, come è definita nelle note dell'album, perchè così è la sua chitarra a dieci corde che sprigiona meravigliose note dalla timbrica variegata. A volte sembra trovarsi ad ascoltare un'arpa o un clavicembalo più che una chitarra, seppur particolare per via della sua specificità costruttiva, per le sue dieci corde e per la sua esclusiva accordatura. 

L'ascolto dell'album da forti emozioni già da “Hot Dust-Obscured Galaxies” che rileva l'urgenza espressiva di Perelman che si dispiega in mille tonalità cangianti mentre Marzan da subito prova di aver già intuito le acrobazie sonore e ritmiche del suo compagno d'avventura e contrappunta ogni passaggio con il suo splendido strumento e la sua grande tecnica. Sax e chitarra zigzaganti in “Bees And Squirrels In The Garden/Two Bees At My Window” ritmica vertiginosa e dirompente per l'unisono dei due strumenti, un vorticoso crescendo fra tonalità timbrica contrapposta e ritmica condivisa. Da brividi la visceralità del sax di Perelman e la forza ritmica, impinguata di umori latini, della chitarra di Marzan. Segue “Sun Through Closed Eyelids” una ballad che rivela il lato classico dell'espressività di Marzan, in qualche modo celebrata dalla struggente  dialettica sonora di Perelman. 

Poi ci sono le geometrie tese della breve e sfuggente “Swinging Swallows” e la fitta interazione di “Conversation In The Wind / Conversation With The Wind” mentre la traccia n.10, “High Mountain Walk” vede Perelman e Marzan in un dialogo avvolgente e incontenibile, con picchi di straordinaria intensità, cambi di ritmo, crescendi dirompenti e rarefatti interludi, dove il sax diventa, anche solo per un attimo, ammaliante, mentre la chitarra crea un piano sonoro infinitamente vibrante. Si chiude con “Mysterious Bells” con Perelman fremente e ancora incontenibile e Marzan ad infondere energia e ritmo. 

Due musicisti immersi in un universo sonoro libero da schemi prestabiliti e dedito alla libera improvvisazione, qui interpretata magistralmente.

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