domenica 25 luglio 2021

The Red Project

Andrea Grumelli

Dodicilune

di Giuseppe Mavilla

E’ un progetto dedicato al musicista jazz Keith Moore Red Mitchell il “Red Project” che il bassista Andrea Grumelli propone in questo cd edito dalla Dodicilune. Nato a New York nel 1927 e deceduto nel 1992 Michell era un multistrumentista, suonava infatti il contrabbasso, il pianoforte e il violoncello. Nel ’49 compare in varie orchestre tra le quali quella di Woody Herman, dove rimane fino al ’51, da lì sarà un’infinita ascesa di frequentazioni con musicisti di grande levatura come Red Norvo, Gerry Mullingan, Hampton Hawes. Nel 1968 Dizzy Gillespie lo scrittura per il suo gruppo e poi arriva il trasferimento di Mitchell in Europa dove suona fra gli altri con Phil Woods e Bobo Stenson. Questo per ricordare le tappe salienti della sua carriera mentre la sua discografia conta numerose collaborazioni, compare infatti in oltre mille incisioni e tra le sue composizioni troviamo anche un ampio songbook dal quale sono state riprese le nove songs riproposte in questo progetto. 

Il quintetto protagonista è formato dallo stesso Grumelli al basso elettrico, Monica Giuntoli vocalist, Rosaria Crisafile, sax baritono, Michele Sannelli vibrafono e Stefano Bagnoli, batteria. Tutti musicisti con alle spalle studi formativi della disciplina jazzistica, che vantano esperienze di gran pregio e che qui sembrano quasi reinventare le nove composizioni di Mitchell incluse nella selezione di questo cd. Il quintetto, sotto la guida di Grumelli e l’orecchio attento di un veterano del jazz italiano come Stefano Bagnoli, mostra di poter dare nuova linfa alle nove composizioni, non travolgendone le dinamiche propriamente jazzistiche che le contraddistinguono ma velandole di una sottile venatura avant-pop così da renderle più sofisticate e intriganti nel loro svolgersi. Sorprende in tal senso la misurata e appropriata entità di questo intervento, così sapientemente azzeccata che evita all’opera finita una probabile e aprioristica sottovalutazione. Il merito è certamente di quella sorta di equilibrio e saggezza nel gestire i dialoghi tra i musicisti e i soli nonché nella capacità di non strafare a tutti i costi conservando nei fatti l’integrità originaria dei brani. 

Ad aprire le selezioni “Talking” che mostra subito le raffinatezze vocali della Giuntoli a suo agio su un ritmo impinguato di umori latini, poi le peculiarità stilistiche di Sannelli che colloca meritatamente in primo piano il suo vibrafono così da renderlo elemento identitario dell’espressività del quartetto. Dopo “Simple Isn’t Easy" apparentemente interpretato con nonchalance dalla Giuntoli ma nei fatti fluido e ben riuscito, arriva “Big N And the Bear” con l’esclusivo e fitto interplay fra il sax della Crisafile, sinuoso e swingante e il basso elettrico, straordinariamente composto e puntuale, di Grumelli, per uno dei brani più intensi dell’intero album. Allo stesso modo intenso ma anche struggente e lirico è “Its Always A Friend” altro momento da incorniciare che alza il livello dell’album e ribadisce l’essenzialità del vibrafono all’interno del combo. 

E ancora come non citare “A Declaration of Interdependence” brano che sintetizza alla meglio il lavoro fatto da Grumelli e soci nella realizzazione di questo album, consentendo all’ascoltatore di perdonare al quintetto qualche scivolone, nella frivolezza, che in qualche brano sembra affiorare. Per il resto va ribadito il pregio del lavoro fatto da Grumelli e compagni, ovvero produrre un album che, per come realizzato, consente di far conoscere ad una platea non esclusivamente jazzistica, a cui un lavoro come questo non può non essere rivolto, un musicista la cui scrittura compositiva può essere d’ausilio per traghettare verso il jazz giovani appassionati, ancora impantanati nelle consumistiche dinamiche di discipline musicali prettamente commerciali.

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