Franco D'Andrea
Parco della Musica
La recente opera discografica del pianista Franco D'Andrea è un altro percorso inedito nella sua galassia musicale. Questo stato di cose è ormai una consuetudine nel percorso artistico del musicista di Merano, lui non torna mai sui suoi passi, va sempre avanti, percorre di volta in volta itinerari inediti e riserva agli appassionati esperienze d'ascolto ricche di sorprese. Sketches of 20th Century è un progetto che il nostro coltivava da tempo e che nasce dalla sua grande passione per le musiche del '900 e certamente non soltanto per la musica jazz e per musicisti quali Armstrong, Monk ed Ellington.
L'opera rivela un linguaggio che ingloba in se gli elementi sopracitati nonchè l'ampio universo ritmico africano e l'improvvisazione, un'opera che trasuda di fermenti e sonorità del secolo scorso e che si staglia con la grandezza e la pienezza dei suoi contenuti sulla nostra contemporaneità, diventando prezioso riferimento e fonte di stimoli creativi. Un'opera affidata ad un ampio ensemble diretto da Tonino Battista che comprende due ottetti, uno di solisti jazz che annovera: Gianni Oddi al sax alto; Achille Succi, sax alto e clarinetto; Tino Tracanna, sax tenore e soprano; Mirko Cisilino, tromba; Francesco Lento, tromba; Federico Pierantoni, trombone tenore; Gabriele Evangelisa, contrabbasso; Roberto Gatto, batteria; l'altro, il Parco della Musica Contemporanea Ensemble, che comprende: Filippo Fattorini, Violino 1; Maria Teresa De Sanio, violino 2; Luca Sanzò, viola; Elisa Astrd Pennica, cello; Manuel Zurria, flauto; Eugenio Renzetti, trombone basso; Paolo Ravaglia, clarinetto basso; Flavio Tanzi, percussioni, xilofono e marimba.
Questo ensemble ha eseguito per la prima volta Sketches of 20th Century nel giugno del 2022 alla Casa del Jazz di Roma mentre nella primavera di quest'anno è stato pubblicato il cd contenente i tredici brani originali tutti a firma di D'Andrea ed il cui ascolto ci da l'esatta dimensione del mosaico sonoro che si scopre di brano in brano. E' D'Andrea al pianoforte ad introdurre la prima traccia “Triadic Fragments” con un esercizio intervallare da cui si sviluppa di conseguenza tutto il brano. Fronte sonoro ricchissimo di suoni e contrappunti su una sorta di ritmo funk e solo di trombone tenore affidato a Federico Pierantoni. L'introduzione del seguente “P5” è invece opera di Gabriele Evangelista al contrabbasso, quasi due minuti in solitudine prima di incontrare il pianoforte di D'Andrea e più avanti sarà Tino Tracanna a caratterizzare, con il suo solo, la struttura del brano.
Dialogo a tre Tanzi-D'Andrea-Cisillino (marimba-pianoforte-tromba) per l'intro di “C Lydian” un brano che poi esplode musicalmente riservando momenti straordinariamente coinvolgenti. E ancora i suoni rarefatti e futuristici di “Interlude 1” e “Interlude 2”; la ripresa di “m2+m7” nei fatti una nuova versione, che ci riserva un'episodio di improvvisazione totale; l'ostinato iniziale e le geometrie di “Altalena” e poi verso la fine dell'album un'altra new version quella di “m2” con il solo di Achille Succi e quello di D'Andrea, uno dei rari momenti, di tutto l'album, in cui il pianista di Merano si colloca in primo piano.
Sono questi in sintesi gli schizzi del 20° secolo cosi bene rappresentati dalla florida mente musicale di Franco D'Andrea che ci regala un altro lavoro irrinunciabile per ogni amante del jazz e ci dimostra che la musica del secolo scorso ha ancora molte frecce al suo arco.
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