Andrea Longato
Self Produced
Non è mai troppo tardi…..per recensire un album di qualità che merita di
essere ascoltato e poi il lavoro a cui mi riferisco è stato pubblicato sei mesi
fa, ovvero il 14 gennaio 2025 e quindi sarò in ritardo o ancora in tempo non
importa, quello che mi va di fare è raccontarvi di questo album di Andrea
Longato, chitarrista e produttore italiano che vive a New York City.
Di lui
posso ancora dirvi che è di origine veneta, che fra le altre cose fa parte del corpo docenti del Collective School
of Music di Manhattan e che collabora con riviste quali Premier
Guitar (US) e Guitar Club (IT). In questo suo primo album d’esordio, da
lui stesso prodotto, mixato e masterizzato, ha incluso sei sue composizioni originali
proposte in trio con Rob Heath alla batteria, nonché ingegnere del suono e
Brian Percivall al basso elettrico.
E’ ampio il ventaglio di elementi che
Longato ha messo insieme nelle sue composizione incluse in questo album, dal
post-rock al jazz; dal tex-mex al country and western; dall’ambient alle songs
di Frisell-style. Nulla di particolarmente nuovo o inusuale ma tanta qualità innanzitutto
di scrittura e poi di produzione con l’innegabile gradevolezza di ascolto che
mostra l’esemplare equilibrio di suoni e dinamiche e una già bene delineata
identità. Nel complesso mi piace definire i sei brani delle architetture sonore
dove le linee degli strumenti in gioco si intersecano, si riflettono, si
rincorrono e si snodano per geometrie armoniose e coincidenti.
Ed ecco
“Daisies” una ballata rockeggiante solcata da un assolo di chitarra elettrica
distorta, “Mona Lisa Kite” connubio ideale fra country & western e tex-mex
fino ad arrivare a “Wishlist” struggente e narrativa, per me una delle due perle
di questo album, con le sue linee melodiche sfuggenti. Si chiude con “Chief”
l’altra perla di cui scrivevo prima, introdotto dalla chitarra di Longato che ne espone il micro tema che poi verrà
ampiamente sviluppato e variegato dallo stesso Longato con un intenso
dialogo con Percivalle e con i soli di chitarra e basso elettrico, il tutto supportato
dall’incalzante batteria di Heath.
Andrea Longato con Thinking Heart promette di avere molte frecce al suo arco, questo suo album è assolutamente da ascoltare.
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