Marco Dalpane
A Simple Lunch
Ci sono
luoghi per natura deputati all’ascolto della musica dal vivo ed altri che ben
si adattano a tale scopo. Di contro, a volte, può accadere di ritrovarsi ad
ascoltare musica in ambienti totalmente negati a tale utilizzo. Fin qui tutto
normale e risaputo, quello che sorprende invece è che uno dei musicisti più
estrosi e imprevedibili del panorama musicale italiano, come il bolognese Marco
Dalpane, fondatore e curatore della neo etichetta discografica A Simple
Lunch, scelga di utilizzare una normalissima palestra scolastica che, nel
suo sofisticato e immenso universo musicale, diventa improvvisamente un
elemento complementare nel concepimento di una nuova idea espressiva. L’opera
in oggetto, Sound Form, il cui sottotitolo recita: concerto per strumenti acustici e una palestra risonante è una
ripresa dal vivo del concerto tenuto da Marco Dalpane presso la palestra della
scuola elementare Romagnoli di Bologna il 24.11.2011. Il musicista bolognese,
in totale solitudine, utilizza un pianoforte, un toy piano, una fisarmonica e
delle percussioni ma soprattutto usa l’ambiente in cui è ospitato, non nel
senso che lo rende adeguato al normale uso acustico per cui gli è utile,
corregendone, in qualche modo e per quello che si potrebbe, i normali difetti di
un ambiente nato per altre finalità. Dalpane sceglie l’esatto contrario, ovvero
usa così com’è la palestra per diffondere la sua idea musicale e quindi la sua
arte, sfruttando in modo positivo quegli elementi, in qualche modo negativi,
come ad esempio i riverberi dei materiali della struttura della palestra. Ma
c’è di più perché il nostro invita i presenti a muoversi liberamente durante lo svolgimento del
concerto proprio per fare in modo che si creano ulteriori e imprevedibili suoni-rumori. Inoltre non c’è nessun uso di sistemi elettronici al fine di creare
effetti speciali ma soltanto cinque microfoni posti a distanze variabili dagli
strumenti. A queste condizioni l'ascolto diventa intrigante perché ci
predispone ad uno scenario sonoro del tutto inedito, una condizione in cui
l'ambiente influisce in maniera decisiva nella propagazione dinamica dei suoni e
nella loro timbrica. L'iniziale “The Center is Everywhere” che Dalpane esegue
al pianoforte rivela un ambient minimalista che ritroveremo anche in altri
successivi episodi, con le note e gli accordi che creano suggestive risonanze.
Dopo due brani per sole percussioni è la fisarmonica ad entrare in scena in “Gulf
Stream (North Atlantic Drift)” qui lo strumento sembra ingigantirsi fino a scomporsi
in due, fino a darci l’illusione di
essere affiancato da un organo a canne. Dalpane ritorna al piano per regalarci
una perla sonora di rara qualità “Mapping The Sky” infinita, avvolgente ed
evocativa, sempre permeata da un alone minimalista, e poi l’inciampo ritmico
nell’ostinato di “Magnifying the Microbial
World”, la struggente e sottile armonia di “Insight” e tanto altro. Sound Form coinvolge e appassiona, ascolto dopo ascolto, esce dai
canoni tradizionali di un’espressività ricorrente per concezione e struttura,
stabilisce un nuovo rapporto tra suono e ambiente e il suo autore si rivela
come un acuto ricercatore di nuove prospettive per la musica contemporanea.
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