Abdullah Ibrahim
Japo / Ecm
È la sera
del 22 ottobre 1969 quando al Jazzhus Montmartre di Copenhagen è di scena
Dollar Brand. Mentre prende posto al pianoforte c'è ancora un brusio in sala ma
presto il musicista convoglierà a se l'attenzione dei presenti con “Bra Joe
From Kilimanjaro” un brano con un ostinato di base gestito con la mano sinistra,
mentre la destra é lasciata libera di improvvisare. Una sorta di magia sonora
scende su quella sala, impinguata ben presto da una ragnatela di note ricche di
pathos, di magia emozionale e soprattutto profumate di Africa. I brani su
susseguono senza interruzioni, gli otto minuti e otto secondi di “Moon”
appaiono fulminei, folk, soul, gospel, un pout-pourri di umori e sensazioni
ipnotizzanti. Poi arriva l'atmosfera struggente di “Kippy” le cascate sonore di
“Jabilani - Easter Joy” e il blues insinuante di “Tintiyana” che chiudono
questi trentanove esclusivi minuti di quella lontana serata danese. Ebbene non
invidiatemi! Non ero a Copenhagen quella sera ma a casa mia alle prese con i
miei studi da primo anno di liceo scientifico e peraltro a quei tempi non
ascoltavo jazz. E allora?....direte voi…..lo confesso! mi sono lasciato
trasportare da questa riedizione di African
Piano che condensa quei trentanove minuti di cui ho tentato di rendervi
partecipi. Una riedizione di un vinile uscito nel 1973 su etichetta Japo, la stessa di questa riedizione,
una sorta di sorella minore della major Ecm.
Un vinile che uscì a nome di Dollar Brand perché il musicista non si era ancora
convertito all’Islam e non aveva ancora assunto il nome di Abdullah Ibrahim che
porta oggi e con il quale viene pubblicata questa riedizione visto che la prima
versione in cd, edita direttamente dalla Ecm
nel 1999, è ormai fuori catalogo. Un’occasione imperdibile per apprezzare un
album seminale nella storia della musica afroamericana.
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