Parco della Musica
Ritorno
al piano solo per Franco D’Andrea dopo gli approfondimenti sulle
aree intervallari degli album Intervals I e II. L’ultima incisione
in un contesto simile era stata Today nel 2013 e adesso, a
distanza di sei anni, il musicista di Merano propone un’opera
sicuramente più ambiziosa, frutto dell’evoluzione e della ricerca
operata in questi anni. E’ questa non è certo una novità
nell’attività musicale di D’Andrea, abbondantemente prolifica e
sempre stimolante, piuttosto è un’ulteriore passo avanti con un
album doppio che nei fatti presenta due suite: Morning e
Afternooh.
Come sempre nell’ espressività di D’Andrea
tradizione e contemporaneità viaggiano insieme, si fondono, si
scambiano tratti fondamentali dell’uno e dell’altro aspetto, fino
anche a contaminarsi e a delineare qualcosa di assolutamente
esclusivo. E’ dal 1980, dalla pubblicazione di due album in piano
solo, Dialogues with super Ego ed Es, che D’Andrea
sviluppa la sua filosofia sonora anche nel contesto del piano solo e
nel corso di tutti questi anni abbiamo visto il musicista arricchire
il suo linguaggio, plasmarne le forme, combinarne i colori, tracciare
un universo sonoro ampio, luminoso e fluido, che racchiude le varie
declinazioni del genere jazz.
E’ quello che nei fatti reca in se
questo lavoro e il titolo ne fotografa la sostanza fin dall’
apertura con “P4+P5” soglia di ingresso nel flusso sonoro di
questo doppio cd. Passo zigzagante, frenesia espressiva, un ventaglio
di note dai colori fluorescenti. Segue il medley “Tiger Rag /
Livery Stable Blues” due brani tratti da quello che in assoluto è
la prima incisione di tutti i tempi in fatto di jazz: The Original
Dixieland Jazz Band feat. Nick LaRocca - 1917-1921. D’Andrea ne
ripropone una versione irrorata da umori di modern jazz e libera di
fruire di spazi free. Lo stesso accade per un altro classico “St.
Louis Blues” mentre in “m2 + M7” ci si imbatte in pieno
clima avant.
D'Andrea, di brano in brano, sembra
raccontare la storia della musica afroamericana attraverso un’
espressività aperta in cui il suo pianoforte assume i contorni
dinamici e corposi di una band. E’ un pianoforte orchestra dove
mano destra e mano sinistra interagiscono sulla tastiera con gamme
tonali opposte, creano ritmo e contrappunto tra ostinati e colorati
fraseggi, come accada in “Dancing Colours”. Tutto questo e altro
nella Morning Suite (cd1) mentre sulla Afternooh Suite
(cd2) incantano il piano stride di “Old Tritones” e il
frammento sottilmente struggente, incastonato nella parte centrale di
“P Area” insieme agli intensi fraseggi che lo avvolgono in apertura e chiusura, quasi a
custodirne l’integrità, nonché la riproposizione di “Original
Dixieland One Step” anche questo contenuto in quella storica
incisione di cui scrivevo prima.
Non credete che tutto ciò che non
ho citato sia da meno, dentro questo ulteriore capolavoro di Franco
D’Andrea non c’è nulla da sottovalutare c’è invece tutto da
ascoltare e riascoltare, c’è soprattutto la creatività e la classe di un
grande musicista del jazz contemporaneo.
Nessun commento:
Posta un commento