domenica 8 dicembre 2019

A Light Day

Franco D'Andrea

Parco della Musica


Ritorno al piano solo per Franco D’Andrea dopo gli approfondimenti sulle aree intervallari degli album Intervals I e II. L’ultima incisione in un contesto simile era stata Today nel 2013 e adesso, a distanza di sei anni, il musicista di Merano propone un’opera sicuramente più ambiziosa, frutto dell’evoluzione e della ricerca operata in questi anni. E’ questa non è certo una novità nell’attività musicale di D’Andrea, abbondantemente prolifica e sempre stimolante, piuttosto è un’ulteriore passo avanti con un album doppio che nei fatti presenta due suite: Morning e Afternooh. 

Come sempre nell’ espressività di D’Andrea tradizione e contemporaneità viaggiano insieme, si fondono, si scambiano tratti fondamentali dell’uno e dell’altro aspetto, fino anche a contaminarsi e a delineare qualcosa di assolutamente esclusivo. E’ dal 1980, dalla pubblicazione di due album in piano solo, Dialogues with super Ego ed Es, che D’Andrea sviluppa la sua filosofia sonora anche nel contesto del piano solo e nel corso di tutti questi anni abbiamo visto il musicista arricchire il suo linguaggio, plasmarne le forme, combinarne i colori, tracciare un universo sonoro ampio, luminoso e fluido, che racchiude le varie declinazioni del genere jazz. 

E’ quello che nei fatti reca in se questo lavoro e il titolo ne fotografa la sostanza fin dall’ apertura con “P4+P5” soglia di ingresso nel flusso sonoro di questo doppio cd. Passo zigzagante, frenesia espressiva, un ventaglio di note dai colori fluorescenti. Segue il medley “Tiger Rag / Livery Stable Blues” due brani tratti da quello che in assoluto è la prima incisione di tutti i tempi in fatto di jazz: The Original Dixieland Jazz Band feat. Nick LaRocca - 1917-1921. D’Andrea ne ripropone una versione irrorata da umori di modern jazz e libera di fruire di spazi free. Lo stesso accade per un altro classico “St. Louis Blues” mentre in “m2 + M7” ci si imbatte in pieno clima avant. 

D'Andrea, di brano in brano, sembra raccontare la storia della musica afroamericana attraverso un’ espressività aperta in cui il suo pianoforte assume i contorni dinamici e corposi di una band. E’ un pianoforte orchestra dove mano destra e mano sinistra interagiscono sulla tastiera  con gamme tonali opposte, creano ritmo e contrappunto tra ostinati e colorati fraseggi, come accada in “Dancing Colours”. Tutto questo e altro nella Morning Suite (cd1) mentre sulla Afternooh Suite (cd2) incantano il piano stride di “Old Tritones” e il frammento sottilmente struggente, incastonato nella parte centrale di “P Area” insieme agli intensi fraseggi che lo avvolgono  in apertura e chiusura, quasi a custodirne l’integrità, nonché la riproposizione di “Original Dixieland One Step” anche questo contenuto in quella storica incisione di cui scrivevo prima. 

Non credete che tutto ciò che non ho citato sia da meno, dentro questo ulteriore capolavoro di Franco D’Andrea non c’è nulla da sottovalutare c’è invece tutto da ascoltare e riascoltare, c’è soprattutto la creatività e la classe di un grande musicista del jazz contemporaneo.


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