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Provate a pensare un combo jazz guidato da un giovane batterista, al momento una vera e propria rivelazione, completato da due sassofonisti di gran pregio che amano osare, uno all’alto, l’altro al tenore, una giovane chitarrista e una fisarmonicista. Non ci vuole molto ad individuare i These Arches di Ches Smith con Tim Berne, Tony Malaby, Mary Halvorson e Andrea Parkins. Una formazione stellare per una miscela esplosiva di suoni e ritmiche. Un cd che si apre con un ventaglio di sonorità di forte intensità, stridenti e frantumate che preludono ad un riff, che a sorpresa, introduce un’atmosfera gioiosa grazie all’eloquio popolaresco della fisarmonica della Parkins. Si chiama “Frisner” scritta da Smith, come tutti i brani dell’album e riferita a Frisner Augustin batterista haitiano che fu tra i suoi insegnati. Un brano che nel suo svolgersi subisce varie mutazioni, perché all’interno dei sette minuti e poco più che ne esplicano i vari ambiti si va incontro a sorprendenti sussulti ritmici e sonori. Il quintetto infatti non si risparmia e non limita escursioni ridondanti in territori come il free ed oltre il genere jazz, puntando con disinvoltura e maestria a contaminarsi con il rock. In tutto questo si apprezzano le escursioni fiatistiche della coppia Malaby-Berne, le invenzioni acute e imprevedibili della Halvorson e l’alone sottilmente world insito negli interventi della Parkins. Aspetti che si riscontrano anche nella successiva traccia, chiaramente dedicata a Phillip Wilson, batterista dell’Art Ensemble of Chicago dal 1967 al 1969, ma anche nelle tracce seguenti come l’avvolgente brano che da il titolo all’album dove convivono meravigliosamente i già citati elementi di stampo rockeggiante e si riscontrano dinamiche world all’improvviso stemperate da fredde correnti avanguardistiche. Splendido qui, come peraltro in tutti gli otto episodi dell’album, il drumming del leader, variegato, pulsante, estroso ma terribilmente efficace. Non ho ancora deciso se stilerò per voi, fra pochi giorni, una classifica delle migliori produzioni di questo 2013, ma so per certo che questa di Smith e These Arches è una di queste.
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