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Un
newyorkese doc, Mat Manieri, e uno da adozione perché rumeno d’origine, Lucian
Ban. Insieme, in concerto, il 5 giugno del 2011, al Culture Palace di Targu
Mures in Transilvania. Due musicisti eterogenei per estrazione musicale. Il
primo, figlio del sassofonita Joe Manieri è un esponente di punta
dell’avanguardia newyorkese, suona il violino e la viola e vanta frequentazioni
prestigiose nonché una sostanziosa discografia come leader e come sideman.
Lucian Ban è invece un pianista di estrazione classica che di recente ha
omaggiato il suo famoso connazionale George Enesco con un album di
reintepretazione, in chiave jazz, di alcune composizioni di quest’ultimo
circondandosi per l’occasioni di alcuni jazzisti come Ralph Alessi, John Hebért
ed altri. Di questa incisione potete leggerne qui la recensione. Il concerto in
Transilvania, riproposto in questo cd, ci presenta il duo alle prese con sei
composizioni originali, una di Manieri, quattro di Ban, una scritta a quattro
mani e il riarrangiamento di un brano tradizionale quale è “Nobody Knows The Troubles I’ve Seen”. L’album
è tra i lavori più suggestivi e intriganti di questi ultimi mesi ed evidenzia il
pianismo di Ban denso di riferimenti classici, ma aperto a fraseggi ritmici
prettamente jazzistici così come sempre puntale e opportuno nel contrappuntare
i vorticosi percorsi della viola di Manieri. Quest’ultimo riesce magnificamente
a dare un’ariosità lirica al suo strumento a corde e nel contempo non disdegna
di variarne spesso la timbrica. La sua espressività è a volte struggente specialmente
se accostata al fraseggio lirico del pianoforte di Ban. La complicità è totale
fra i due protagonisti già a partire dalla prima traccia “Not That Kind of Blues”
un blues celato in vari momenti del brano tra la struttura ballad del brano
stesso. E poi la successiva “Harlem
Bliss” che si consuma tra umori struggenti in un ambient che richiama la
tradizione musicale dell’europa dell’est. E ancora da citare la viscerale
emozionalità della reinterpretazione di “Nobody Knows The Troubles I’ve Seen” e
i toni più marcatamente jazz di “Darn”. Ci saranno giorni freddi e piovosi in
questa stagione che avanza e apre le porte al duro inverno e allora lasciatevi accarezzare
e godete delle delicate e intense emozioni che quest’opera può regalarvi.
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