SteepleChase
Tra i più autorevoli trombettisti e cornettisti, che affollano il panorama contemporaneo del jazz, troviamo Kirk Knuffke che ha già al suo attivo realizzazioni a nome proprio in cui si è proposto con composizioni originali ed altre dove invece ha operato nell’approfondimento e nella ripresa dell’opera di musicisti come Steve Lacy, Lester Young, Thelonious Monk, Duke Ellington e Charles Mingus. Con questa sua recentissima produzione ritorna alle composizioni originali, in tutto nove e tutte a sua firma, nell’ambito di un quartetto che lo vede insieme a Russ Lossing al piano, Billy Hart alla batteria e Michael Formanek al contrabbasso. Quello che sgorga fuori dai diffusori, del mio impianto d’ascolto, è una sorta di free bob che attraverso un tweet scritto tempo fa, al primo approccio con l’album, osai definire nebuloso e godibile. Questo perché il lavoro si muove su due sfaccettature espressive magnificamente aderenti l’una all’altra, alternando atmosfere fumose, pervasi da umori malinconici a fluide dinamiche dialoganti, in cui la componente ritmica è viva e pulsante. Si evidenzia particolarmente, in quest’ultimo contesto, la classe infinita e la fantasia incontenibile di un maestro della batteria quale è Bill Hart, che comunque dispensa brio e raffinatezza anche all’interno di quelle composizioni dalla struttura, tipicamente ballad di cui scrivevo prima. Hart sa dare vitalità in ogni contesto, è noto, ma l’intera produzione presenta anche altri aspetti interessanti legati ai singoli musicisti che ne sono protagonisti. A partire naturalmente dal leader che si propone attraverso una loquacità espressiva decisamente bop per continuare con Formarek, caposaldo imprescindibile anche per Hart, del quale ho già detto, e non trascurando l’apporto fondamentale, attinente e stilisticamente ineccepibile di Russ Lossing al pianoforte. Kirk Knuffke e compagni suggellano, nel complesso, un’opera tutta da conoscere e apprezzare, in equilibrio fra scrittura e improvvisazione.
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