sabato 1 febbraio 2014

Thumbscrew

Mary Halvorson, Michael Formanek & Tomas Fujiwara

Cuneiform


Se provo a ricordare quanti sono gli album in cui è stata presente nel 2013 la chitarrista Mary Halvorson cado inevitabilmente in una crisi di memoria che solito non mi è frequente. Questo perche la singolare chitarrista ha in questi anni rivelato una notevole vena prolifica in fatto di incisioni, sia in prima persona che in compartecipazione. Ed ecco che allora ripiego sul suo sito e scopro che nel 2013 la nostra è stata presente in undici album di cui tre in prima persona e ben otto come ospite. Il 2014 promette bene in tal senso, perché la Halvorson ha già attivo due realizzazioni di cui la prima Thumbscrew, fresca di stampa, è stata pubblicata appena dieci giorni fa, mentre la seconda Reverse Blue arriverà a breve. Thumbscrew è un progetto nuovo realizzato in trio con Michael Formanek al contrabbasso e Tomas Fujiwara alla batteria. Un progetto incentrato su uno stretto interplay fra i tre musicisti in costante empatia con un ambiente prettamente semiacustico, condizionato dagli sbalzi di umori della Halvorson che in qualche frangente ripropone i suoi fraseggi rockeggianti, salvo poi a ripiegare velocemente su timbriche e geometrie sottilmente bluegrass che in qualche occasione ricordano il recente Bill Frisell. Sono solo sparuti episodi perché per il resto dell’album si viaggia su dinamiche prettamente jazz, con larghi spazi per l’improvvisazione, che vedono la Halvorson non risparmiarsi in ampie sortine in cui la sua chitarra da veramente prova di essere uno strumento singolare e rivalutato, in ambient jazzistico, da questa musicista piombata improvvisamente, alcuni anni fa, sulla cena jazzistica contemporanea e subito entrata nella cerchia degli allievi del grande Braxton. Qui lei si avvale della grande esperienza e della riconosciuta maestria di Formanek, musicista fondamentale, sensibile, tecnicamente maestoso, capace di fare la differenza. Nell’ambito di questo progetto il contrabbassista si pone come cardine essenziale nella dialettica del trio, in perfetta sintonia con la ritmica percussiva di Fujiwara che anche in questo caso assolve a pieno al suo ruolo dando alla performance il giusto contributo che in questa occasione si mostra fluido e colorito proprio per dare luce alle sonorità acustiche del trio. Il tutto in nove composizioni originali scritte e pensate per questo progetto, una goduria per chi ama la sei corde della Halvorson.

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