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domenica 24 gennaio 2021

Dust of Light / Ears Drawing Sounds

 Ivo Perelman / Pascal Marzan

Setola Di Maiale

di  Giuseppe Mavilla

Una discografia che consta di 100 album, incisi in trent’anni, per il sassofonista Ivo Perelman, un traguardo raggiunto nel 2020 e festeggiato con la pubblicazione di tre nuovi lavori: Dust of Light / Ears Drawing Sounds inciso con un virtuoso di chitarra, il francese Pascal Marzan; The Purity Of Desire con Gordon Grdina e Hamin Honari e Shamanism con Joe Morris e Matthew Shipp. A questi si sono aggiunti prima della fine dello stesso anno: Polarity, in duo con il trombettista Nate Wooley; Garden of Jewels in trio con Whit Dickey e Mathew Shipp e un documentario "Ivo Perelman: A musical Storyteller" dedicato alla sua carriera di musicista. Un musicista estremamente prolifico, il nostro, le cui produzioni non smettono mai di affascinare e di sorprendere. L’ ennesima dimostrazione di quanto appena affermato è questo Dust of Light / Ears Drawing Sounds scaturito da un incontro inedito tra i due musicisti avvenuto a Londra che li ha immediatamente avvicinato.

domenica 13 dicembre 2020

Entity

Satoko Fujii Orchestra New York

Libra


di 
Giuseppe Mavilla

Dopo i recenti duetti con Ramon Lopez in Confluence, Tatsuya Yoshida in Baikamo, Joe Fonda in Four e dopo lo splendido solo Stone, (tutti recensiti in questo blog, per leggere le relative recensioni basta cliccare sul titolo di ogni album) la pianista Satoko Fujii torna a dirigere la sua Orchestra di New York, una vera e propria big band di 13 elementi con il meglio dei musicisti newyorkesi per quella che è l’undicesima registrazione dell’ensemble (la prima è datata 1997) e per quella che è una delle cinque orchestre che la Fujii dirige, le altre hanno residenza a: Kobe, Nagoya, Tokio e Berlino. 

venerdì 4 dicembre 2020

The Anthony Braxton Project

Thumbscrew

Cuneiform


di Giuseppe Mavilla

Per il 75° compleanno del grande sassofonista Anthony Braxton che ricorre quest’anno il trio Thumbscrew, formato dalla chitarrista Mary Halvorson, dal batterista Tomas Fujiwara e dal contrabbassista Michael Formanek, realizza un progetto che raccoglie alcune composizioni del musicista di Chicago, selezionate durante un pomeriggio trascorso dal trio alla Tri-Centric Foundation, a New Haven nel Connecticut. La selezione è stata indirizzata verso quelle composizioni di Braxton meno conosciute, magari mai eseguite e comunque adatte ad essere interpretate con strumenti quali la chitarra elettrica, il contrabbasso, la batteria o il vibrafono.

giovedì 19 novembre 2020

Dreamt Twice Twice Dreamt

Ingrid Laubrock

Intakt

La sassofonista Ingrid Laubrock, di origini germaniche ma dal 2000 cittadina di Brooklyn, viaggia tra le pagine del suo taccuino dei sogni di questi ultimi dieci anni e compone le partiture per questa singolare opera di cinque brani. Scritti inizialmente per un piccolo gruppo formato, oltre che dalla stessa sassofonista, anche da Cory Smythe, piano, Sam Pluta, electronics, e da altri tre musicisti ospiti che intervengono in momenti diversi: Adam Matlock, accordion; Josh Modney, violino; Zeena Parkins: Electric harp. 

martedì 10 novembre 2020

Data Lords

Maria Schneider Orchestra

ArtistShare

di  Giuseppe Mavilla

Questo nuovo doppio album di Maria Schneider, compositrice e arrangiatrice nonché direttrice d’orchestra, esplica la sua essenza già dalla foto di copertina che ritrae una foglia per metà raffigurante le tipiche venature di un elemento vegetale mentre l’altra metà mostra i tratti di un circuito elettronico. E’ la contrapposizione tra mondo digitale e mondo naturale, tra la rete, i grandi che la governano e la natura. A quest’ultimo mondo la Schneider si era già ispirata nella realizzazione del suo precedente lavoro The Thompson Fields

venerdì 30 ottobre 2020

Deep Resonance

Ivo Perelman / Arcado String Trio

Fundajci Sluchaj 


di 
 Giuseppe Mavilla  (english version) translated by Annapaola Mavilla

Who knows how many of you know that the whimsical Brazilian musician Ivo Perelman, now a New York citizen, was a student of classical guitar first and then of cello as a child. To listen to him, disruptive and irrepressible, alongside pianist Matthew Shipp, through a wide discography all marked by improvisation, would seem unthinkable. And yet Perelman has such a pronounced musical sensitivity that he is able to make albums alongside stringed-instrument musicians, as has already happened with the Strings series of albums, certainly more devoted to the classical language.

sabato 19 settembre 2020

Deep Resonance

Ivo Perelman / Arcado String Trio

Fundajci Sluchaj 


di 
 Giuseppe Mavilla

Chissà a quanti di voi è noto che l’estroso musicista brasiliano Ivo Perelman, oggi cittadino newyorkese, da bambino è stato uno studente di chitarra classica prima e di violoncello poi. Ad ascoltarlo dirompente e incontenibile al fianco del pianista Matthew Shipp, attraverso un’ampia discografia tutta improntata all’improvvisazione estemporanea, sembrerebbe impensabile. Eppure Perelman ha una sensibilità musicale così pronunciata da riuscire a realizzare album anche a fianco di musicisti di strumenti a corde, come è già peraltro avvenuto con gli album della serie Strings, certamente più votati al linguaggio classico.

domenica 14 giugno 2020

Welcome Adventure! Vol.1



Daniel Carter / Matthew Shipp / William Parker / Gerald Cleaver

577


di Giuseppe Mavilla

Daniel Carter, Matthew Shipp, William Parker sono tra i musicisti più rinomati della downtown newyorkese, la loro discografia si è pregiata nel 2018 di uno degli album più interessanti di questi ultimi anni. Si chiama Serafic Ligh a cui è seguita la realizzazione di questo Welcome Adventure! Vol.1 che vede aggiungersi al trio il batterista Gerald Cleaver. Un quartetto in tutto e per tutto stellare che propone un progetto che reca nel titolo il suffisso: vol.1, segno che si tratta di un lavoro che avrà un seguito. 

lunedì 1 giugno 2020

Baikamo

Satoko Fujii / Tatsuya Yoshida
Libra



Album in duo che riunisce dietro il nome Toh-Kichi, quindici anni dopo la loro ultima registrazione, Erans, inciso per la Tzadik nel 2004, la pianista Satoko Fujii e il batterista Tatsuya Yoshida. Entrambi giapponesi hanno percorso strade diverse: Yoshida è un batterista prettamente dedito alla musica rock alternativa, componente del duo Ruins insieme al bassista e vocalist  Sasaki Hisashi; Fujii è una delle musiciste più prolifiche e ispirate del jazz contemporaneo. Come già ho scritto più volte è una musicista aperta al dialogo e alla creatività e vanta una discografia ampia e variegata. 

giovedì 14 maggio 2020

Wood (Winds) at the Work

NovoTono

Aut

di  Giuseppe Mavilla

Figli di artigiani, i due fratelli Ferrari, Andrea ed Adalberto, sono i NovoTono, ecclettico duo dalla singolare identità e strumentazione. Entrami musicisti con ampi e prestigiosi trascorsi musicali, potete leggere qui la recensione dell'album Wanderer inciso da Adalberto con il suo LIQ, Los Identities Quartet nel 2013I due impiegano in questo loro lavoro esclusivamente strumenti a fiato: Andrea Ferrari: bass clarinet, alto saxophone, baritone saxophone, Eb tubax; Adalberto Ferrari: bass clarinet, clarinet, alto saxophone, soprano saxophone, contrabbass clarinet.

domenica 12 aprile 2020

Diatom Ribbons

Kris Davis

Pyroclastic



Quattordicesimo album per la pianista canadese Kris Davis, nativa di Vancouver ma dal 2001 cittadina newyorkese. Una discografia qualitativamente sempre in crescendo, in parallelo ad una maturazione artistica che la vede respirare e metabolizzare in pieno i fermenti creativi della downtown music di New York. Questo suo recente lavoro dal titolo Diatom Ribbons, inciso per la sua etichetta Pyroclastic, prende il nome da un processo biologico marino e vede la Davis affiancata da alcuni musicisti che in questi ultimi anni hanno lavorato con lei. 

venerdì 21 febbraio 2020

Live in Nuremberg

Ivo Perelman / Matthew Shipp

Smp


di  Giuseppe Mavilla

Solida e duratura, perchè consolidata nel tempo, la convergenza jazzistica tra il pianista americano Matthew Shipp e il sassofonista brasiliano Ivo Perelman, da anni risiede a New York ed è anche un artista delle arti visive. Una convergenza che ha dato luogo ad innumerevoli produzioni discografiche nonché a frequentazioni ripetute sui palcoscenici del jazz contemporaneo. Questo live, che trova il duo Shipp / Perelman in concerto a Norimberga il 26 giugno del 2019, all’interno della rassegna The Art of Improvisation, è un altro esempio della loro infinita e inesauribile vena espressiva tutta improntata sull’improvvisazione.

martedì 11 febbraio 2020

Four

Satoko Fujii / Joe Fonda

Long Song



Quarto incontro discografico tra la pianista giapponese Satoko Fujii e il contrabbassista americano Joe Fonda, anche questo, come i tre precedenti, sotto l’egida dell’etichetta italiana Long Song. Un dialogo che continua, un confronto che è sintesi della loro collaborazione che non è documentata solo ed esclusivamente da questi quattro album ma continua anche attraverso i concerti che portano in ogni parte del mondo. Un altro percorso dei tanti che la Fujji ha in itinere, ognuno con un layout espressivo diverso dall’altro, in un ambient che predilige strutture libere che lasciano il campo all’inventiva ed alla estemporaneità.

domenica 8 dicembre 2019

A Light Day

Franco D'Andrea

Parco della Musica


Ritorno al piano solo per Franco D’Andrea dopo gli approfondimenti sulle aree intervallari degli album Intervals I e II. L’ultima incisione in un contesto simile era stata Today nel 2013 e adesso, a distanza di sei anni, il musicista di Merano propone un’opera sicuramente più ambiziosa, frutto dell’evoluzione e della ricerca operata in questi anni. E’ questa non è certo una novità nell’attività musicale di D’Andrea, abbondantemente prolifica e sempre stimolante, piuttosto è un’ulteriore passo avanti con un album doppio che nei fatti presenta due suite: Morning e Afternooh. 

martedì 29 ottobre 2019

Confluence

Satoko Fujii / Ramon Lopez


Libra



di Giuseppe Mavilla    (english version) translated by Annapaola Mavilla

Twelve albums in 2018, one per month, for the Japanese pianist Satoko Fujii, who has  celebrated her 60th birthday, while in 2019 she came back with her cd Stone  in solo piano, already reviewed in this blog. This was followed a few months ago from Confluence which I am going to tell you about, while these days the cd Four is out, in a duo with the bassist Joe Fonda. Furthermore, Entity recorded with New York Satoko Fujii Orchestra and Baikamo in duo with the drummer Tatsuya Yoshida, are coming soon.

mercoledì 23 ottobre 2019

Confluence

Satoko Fujii / Ramon Lopez


Libra


di Giuseppe Mavilla

Dodici album nel 2018, uno al mese per la pianista giapponese Satoko Fujii, che l'hanno vista celebrare i suoi sessant'anni, mentre in questo 2019 si è  riproposta con il piano solo Stone,  già recensito in questo blog. Ad esso ha fatto seguito qualche mese fa Confluence, di cui mi accingo a raccontarvi, mentre è  in uscita, in questi giorni, Four  in duo con il contrabbassista Joe Fonda. In più sono in arrivo Entity  inciso con la Satoko Fujii Orchestra di New York e Baikamo in duo con il batterista Tatsuya Yoshida.

mercoledì 2 ottobre 2019

Ain't Nothing But a Cyber Coup & You

Mark Dresser Seven

Clean Feed


di  Giuseppe Mavilla

Nuova produzione per il Mark Dresser Seven, dopo l'ottimo Sedimental You del 2016. Ancora affiancati ritroviamo Nicole Mitchell ai flauti; Marty Ehrich ai clarinetti e sax; Keir GoGwilt, avvicendatosi in questa occasione a David Morales Boroff, al violino; Michael Dessen al trombone; Joshua White al pianoforte; Jim Black alla batteria e lo stesso Dresser al contrabbasso. Questo, Ain't Nothing But a Cyber Coup & You, lo vede ricordare la scomparsa del sassofonista Arthur Blyte e del pianista Butch Lacy, musicisti con i quali Dresser ha suonato. A loro sono ispirati e dedicati rispettivamente la traccia di apertura, "Black Arthur's Bounce" (in memoria del sassofonista Arthur Blythe) e quella di chiusura dell'album, "Butch's Balm" (in memoria del pianista Butch Lacy) la prima caratterizzata da un tema ritmato dai risvolti funky e dai soli di tutti i componenti il settetto; la seconda dall'atmosfera pacata a volte struggente, una sorta di nenia nel ricordo di Lacy.

mercoledì 21 agosto 2019

Vesper and Silence

Roberto Bonati

Parma Frontiere


di Giuseppe Mavilla

Molti anni fa un amico mi invitò ad ascoltare una registrazione in cui suonavano due bassisti, Jimmy Garisson e Reggie Workman. Il brano era India di John Coltrane. Da quel momento, dopo aver ascoltato quella musica ed essere entrato in contatto con quel suono, ho deciso che avrei suonato il contrabbasso”

Si esprime così il contrabbassista Roberto Bonati in un breve estratto dalle note di presentazione del suo ultimo album Vesper and Silence inciso per l'etichetta Parma Frontiere. Dopo varie esperienze con orchestre e più o meno piccoli ensemble (di lui ho già scritto in questo blog recensendo il suo Heureux Comme Avec Une Femme, inciso con la cantante Diana Torto nel 2014,  potete leggerne qui la recensione) Bonati confeziona un album registrato dal vivo in una location quasi magica: l'Abbazia di Valserena, magnificamente adatta al layout espressivo del contrabbassista. Si tratta di una chiesa del XIII secolo, situata nella periferia nord di Parma dove il 20 luglio del 2017, davanti ad un pubblico attento, Bonati ha proposto i dodici brani che costituiscono la selezione musicale di questo cd. 

Il tutto attraverso un rapporto simbiotico con il suo contrabbasso e l'utilizzo di un linguaggio variegato che incorpora modalità espressive di vari generi musicali che danno l'esatta dimensione delle potenzialità sonore del contrabbasso e di quella che è, così come la definisce lo stesso musicista parmense, la sua reale anima musicale. 

L'apertura è con la title track, che mette in evidenza un approccio fisico con lo strumento, come un voler prenderne contatto, saggiandone le peculiarità più acerbe. Poi dopo una sorta di loop elettrico ecco elevarsi, nell'atmosfera intimamente rarefatta dell' Abbazia, una delicata melodia. Il musicista ha impugnato l'archetto, il suono sembra danzare negli ampi spazi e fra le arcate del tempio. La successiva “Morning On A Winter Shore” in continuità con la precedente ha umori improvvisativi, è incalzante, estrosa. La traccia n.4 “An Angel Game” ha un andamento classico prima che Bonati metta da parte l'archetto e ci presenti il suo contrabbasso jazz con “Mr on Hammer on”. Un brano dall'urgenza espressiva debordante che trasmuta in divenire nella lirica, fluida e ritmicamente sostenuta “October 13th” brano dalla struttura tipicamente jazz con esposizione del tema, improvvisazione e ripresa del tema. 

Poi è “Campane” a sorprendermi, un'apoteosi tra musicista e strumento tra svariate mutazioni di umori e ritmi, dall'etnico al jazz più avanzato. E come non citare la ricerca di timbri e suoni sperimentali di “Trumpeting and Dance” e così fino alla fine non si riesce a rimanere insensibili ad un'opera veramente riuscita e straordinariamente interessante.  

In definitiva questo lavoro di Roberto Bonati si colloca tra i migliori album fin qui prodotti, in europa ed oltre oceano, nel 2019. 


giovedì 11 luglio 2019

Epistrophy

Bill Frisell / Thomas Morgan

Ecm



di  Giuseppe Mavilla

Il chitarrista Bill Frisell ha coniugato nel tempo la sua espressività musicale in innumerevoli declinazioni cercando e trovando commistioni con vari generi ed oggi è certamente un'icona di grande riferimento per il jazz contemporaneo e non solo. In questi ultimi due anni il suo incontro con il giovane, ma ormai affermato contrabbassista, Thomas Morgan ci ha regalato due splendidi album, Small Town e questo Epistrofy, entrambi registrati dal vivo al Village Vanguard di New York nel marzo del 2016. Il primo uscito nel 2017, il secondo rilasciato in questo 2019 e di cui mi occupo qui di seguito.

Con una selezione di nove brani che mette insieme alcune ballads del pregiato songbook americano, noti standard del jazz, una perla dalla sua collaborazione con il batterista Paul Motian e la ripresa, come già era avvenuto in Small Town, di un brano tratto dalla colonna sonora della serie televisiva dedicata a James Bond, il duo Frisell / Morgan ci immettono in una dimensione intima e raffinata in cui ogni brano è cesellato con personalissima maestria e ricercatezza.

Episodi sonori che il linguaggio delicato e l'esposizione analitica di ogni parte scritta o improvvisata, a secondo dei casi, rendono esclusivi. Dall'iniziale, a dir poco deliziosa "All in Fun" del  1939 a firma Jerome Kern, alla conclusiva gemma "In the Wee Small Hours of the Morning", scritta da David Mann nel 1955 per Frank Sinatra, è tutto un susseguirsi di fraseggi lirici, di dialoghi compiacenti, di invenzioni inedite nate tra le note risapute di questi classici senza tempo. In tutto questo Frisell e Morgan sanno dove incrociarsi, dove affiancarsi, dove l'uno andrà a chiudere la frase dell'altro. 


Tra inflessioni jazz, sconfinamenti blues, spruzzate di tex-mex e melodie incorniciate, eccoli portare in trionfo il medley "Wildwood Flower / Save The Last Dance For Me" inaspettato e godibile; l'estasi soprannaturale di "Mumbo Jumbo" pescata nel repertorio del trio Paul Motion, Joe Lovan, Bill Frisell, dove si va oltre ogni canone di risaputa musicalità e si celebra la grandezza del grande batterista; l'ebrezza nostalgica dell'indomabile Bond in "You Only Live Twice" e il fascino senza tempo di un classico di Billy Strayhorn prima di finire imbrigliati nella fitta ragnatela ritmica della title track o scoprire di essere preda dell'avvolgente feeling di "Pannonica".  


mercoledì 12 giugno 2019

Stone

Satoko Fujii

Libra



di Giuseppe Mavilla

C’è una musicista unica nel panorama musicale contemporaneo con una ampia visione del jazz che spesso travalica per invadere altri orizzonti espressivi. E’ la pianista Satoko Fujii, sicuramente prolifica più di quanto si possa immaginare, con le sue orchestra sparse in varie parti del mondo, i diversi gruppi di cui è parte, il sodalizio con Natsuki Tamura, suo compagno di vita e le collaborazioni più o meno durature con vari musicisti. Lo scorso anno ha superato ogni aspettativa realizzando un album al mese per dodici mesi e celebrando in questo modo i suoi sessantanni. 

Ad oggi la sua vena espressiva non mostra segni di cedimento se è vero che ha già pubblicato un nuovo album che, allo stesso modo della sua prima uscita del 2018, è un lavoro in totale solitudine. Questo recente Stone è però totalmente diverso dal solo dello scorso anno che evidenziava la vena lirica della pianista nipponica, è un album di ricerca, di approfondimento delle potenzialità espressive del pianoforte. Un gioco di invenzioni sonore, contaminando ogni parte dello strumento, generando un’ espressività che oltrepassa gli aspetti tradizionali e libera rumori ambientali e inusuali, magari attraverso l’uso di vari oggetti che nulla hanno a che vedere con uno strumento musicale.

E allora accade che, ad esempio, la sua mano destra lavori sulla tastiera e la sinistra si intrufoli fra le corde interne o viceversa. Si inizia con “Obsius” minimalista, scarna e un po’ spettrale, seguita da “Trachyte” un impulso ostinato come un pensiero fisso e minimi segni di presenze umane. All’improvviso una parentesi lirica “River Flow” che trascende la cruda e rumorosa realtà della successiva “Lava” rumore di tuoni  prima che giunga la magia dei tasti bianchi e neri. E allora è una festa, un diluvio di note, la materia è diventata arte. E ancora “Icy Wood” un feedback, una nota, un fraseggio, un suono dal cuore dello strumento, una melodia che prova a prendere vita e il pianoforte conquista la scena. Sarà così fino alla fine, tra suoni distorti, ritorni al minimalismo, rumori urbani e lampi di liricità.

Ed è la sua arte, l’arte di una musicista, Satoko Fujii, che non pone confini e limiti alla sua creatività, appassionata e determinata a ricercare ogni possibile soluzione esplorativa del suono, della composizione, dell’improvvisazione.