Marty Ehrlich’s Rites Quartet
Clean Feed Records
Il sassofonista Marty Ehrlich e il quartetto Rites, con James Zollar alla tromba, Hank Roberts al violoncello e Michael Sarin alla batteria. Una formazione identica per struttura a quella che il sassofonista Julius Hemphill impiegò per il suo Dogon A.D. vera pietra miliare della discografia jazz di tutti I tempi di recente ristampata e qui già recensita. Quella di Ehrlich è una produzione che brilla di luce propria e si scopre densa di essenze sonore on the road. Una produzione vissuta con pathos dall’intero quartetto per nulla in debito con il glorioso riferimento. Sette composizioni originali firmate dal sassofonista americano vero fulcro creativo del quartetto. Si inizia con il riff funky del brano che da il titolo al cd ben presto inglobato nelle geometrie free bop che il quartetto traccia con intenso vigore. Poi una struggente melodia introduce “Ballad” un blues viscerale e variegato nei ritmi. Si va avanti con le libere e cameristiche interazioni di “Walk Along The Way” e gli umori andini di “Solance” episodio di grande suggestione e di apertura verso orizzonti prettamente world con Ehlrich al flauto a dispensare fraseggi di rara raffinatezza e introspenzione in alternanza con la tromba di Zollar. La sezione ritmica con Roberts e Sarin completa il riuscito e variegato mosaico con il primo a raffozzare, quando impugna l’archetto, la sfaccettatura lirica e cameristica del combo e con il secondo ad imprimere un groove impetuoso agli episodi ritmicamente più incalzanti come la conclusiva “The Gravedigger’s Respite”.
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