domenica 3 febbraio 2019

Musical Prophet: The Expanded 1963 New York Studio Session

Eric Dolphy

Resonance



di  Giuseppe Mavilla

Non so quanti di voi conoscano Hale Smith, compositore classico, però per raccontarvi di questa pubblicazione di Eric Dolphy, sassofonista, clarinettista e flautista, occorre proprio iniziare da lui. Era l'aprile 1964, quando Dolphy si accingeva a partire per un tour europeo come parte del gruppo di Charles Mingus, decidendo di lasciare a Smith una valigetta dove insieme ad alcuni effetti personali erano conservati delle incisioni relative alle sessioni del 1963 al Music Makers Studio di New York. 

Dolphy, come molti di noi sanno, da quel tour non tornò più perché un malore, a Berlino, pose fine alla sua vita e privò la scena jazz di quei tempi di uno dei più grandi musicisti mai esistiti. La valigetta  per mano di  Smith finì sotto la preziosa custodia del flautista James Newton e una parte di quei nastri registrati sotto la produzione di Alan Douglas, non facenti parte delle selezioni incluse negli album di Dolphy, Iron Man e Conversations, furono poi dati nel 2016 da Newton a Zev Feldman della Resonance Records, grande espolaratore e ricercatore di tesori musicali inediti perché dimenticati nei polverosi e crepati scaffali di studi di registrazione oramai dismessi. La conseguenza di questo passaggio da Newton a Feldman, di una parte dei nastri contenuti in quella famosa valigetta di Dolphy (ovvero le copie mono di quelle registrazioni) sono ora un triplo vinile uscito a Novembre e un cofanetto di tre cd edito lo scorso gennaio. Ad entrambe le edizioni si accompagna un prezioso libretto denso di foto ma anche di scritti  tra i quali quelli a firma di Newton, Feldman e ancora testimonianze dell'arte e delle virtù di strumentista di Dolphy, espresse da musicisti come Coltrane, Mingus, Coleman, Threadgill, Steve Coleman, Nicole Mitchell e tanti altri. 

Ma veniamo all'essenza vera e propria di quest'opera, ovvero alla selezione musicale in essa contenuta: tre cd per complessivi 19 brani di cui gli ultimi sette, quelli contenuti nel terzo cd, alternative takes di altrettanti brani distribuiti negli altri due. Ad accompagnare Dolphy all' alto sax, flauto e clarinetto basso, fior di musicisti come William "Prince" Lasha al flauto; Huey "Sonny" Simmons all’ alto sax, Clifford Jordan al sax soprano; Woody Shaw alla tromba; Garvin Bushell al fagotto; Bobby Hutcherson al vibrafono; Richard Davis e Eddie Kahn al contrabbasso; J.C. Moses e Charles Moffett alla batteria. 

La saga si apre con la festosa e danzante “Jitterbug Waltz” con in primo piano le evoluzioni flautistiche del nostro. Seguono la latineggiante “Music Matador” e l’accorata e solitaria preghiera d’amore di “Love Me” e ancora il duetto straripante con Davis,  in “Alone Togheter” nonché le struggenti note delle due parti inedite di “Muses for Richard Davis”. La febbre sale con la straripante “Iron Man” e i brividi sopraggiungono all’ascolto di “Come Sunday” ancora in duetto con   Davis. Nel secondo cd troviamo l’immensa “Burning Spear” altro esempio della grandezza di Dolphy e  la trascendenza sonora di  “Ode To Charlie Parker” una composizione di Jaki  Byard ancora in duetto. Il secondo cd si chiude con la bonus track “A Personal Statement” scritta da Bob James e registrata  nel marzo del 1964 che include il contributo vocale di David Schwartz.

Le sfaccettature della musica di Dolphy sono tante, come le innovazioni e le intuizioni che nella sua pur breve carriera ha saputo esprimere, lasciando nella storia del jazz un’impronta fondamentale per l’evoluzione di questo genere musicale. Quest’opera che Feldman e Newton hanno fortemente voluto ora è alla portata di tutti noi appassionati del jazz e credetemi è sicuramente irrinunciabile.


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