mercoledì 21 agosto 2019

Vesper and Silence

Roberto Bonati

Parma Frontiere


di Giuseppe Mavilla

Molti anni fa un amico mi invitò ad ascoltare una registrazione in cui suonavano due bassisti, Jimmy Garisson e Reggie Workman. Il brano era India di John Coltrane. Da quel momento, dopo aver ascoltato quella musica ed essere entrato in contatto con quel suono, ho deciso che avrei suonato il contrabbasso”

Si esprime così il contrabbassista Roberto Bonati in un breve estratto dalle note di presentazione del suo ultimo album Vesper and Silence inciso per l'etichetta Parma Frontiere. Dopo varie esperienze con orchestre e più o meno piccoli ensemble (di lui ho già scritto in questo blog recensendo il suo Heureux Comme Avec Une Femme, inciso con la cantante Diana Torto nel 2014,  potete leggerne qui la recensione) Bonati confeziona un album registrato dal vivo in una location quasi magica: l'Abbazia di Valserena, magnificamente adatta al layout espressivo del contrabbassista. Si tratta di una chiesa del XIII secolo, situata nella periferia nord di Parma dove il 20 luglio del 2017, davanti ad un pubblico attento, Bonati ha proposto i dodici brani che costituiscono la selezione musicale di questo cd. 

Il tutto attraverso un rapporto simbiotico con il suo contrabbasso e l'utilizzo di un linguaggio variegato che incorpora modalità espressive di vari generi musicali che danno l'esatta dimensione delle potenzialità sonore del contrabbasso e di quella che è, così come la definisce lo stesso musicista parmense, la sua reale anima musicale. 

L'apertura è con la title track, che mette in evidenza un approccio fisico con lo strumento, come un voler prenderne contatto, saggiandone le peculiarità più acerbe. Poi dopo una sorta di loop elettrico ecco elevarsi, nell'atmosfera intimamente rarefatta dell' Abbazia, una delicata melodia. Il musicista ha impugnato l'archetto, il suono sembra danzare negli ampi spazi e fra le arcate del tempio. La successiva “Morning On A Winter Shore” in continuità con la precedente ha umori improvvisativi, è incalzante, estrosa. La traccia n.4 “An Angel Game” ha un andamento classico prima che Bonati metta da parte l'archetto e ci presenti il suo contrabbasso jazz con “Mr on Hammer on”. Un brano dall'urgenza espressiva debordante che trasmuta in divenire nella lirica, fluida e ritmicamente sostenuta “October 13th” brano dalla struttura tipicamente jazz con esposizione del tema, improvvisazione e ripresa del tema. 

Poi è “Campane” a sorprendermi, un'apoteosi tra musicista e strumento tra svariate mutazioni di umori e ritmi, dall'etnico al jazz più avanzato. E come non citare la ricerca di timbri e suoni sperimentali di “Trumpeting and Dance” e così fino alla fine non si riesce a rimanere insensibili ad un'opera veramente riuscita e straordinariamente interessante.  

In definitiva questo lavoro di Roberto Bonati si colloca tra i migliori album fin qui prodotti, in europa ed oltre oceano, nel 2019. 


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