Maria Schneider Orchestra
ArtistShare
Questo
nuovo doppio album di Maria Schneider, compositrice e arrangiatrice
nonché direttrice d’orchestra, esplica la sua essenza già dalla
foto di copertina che ritrae una foglia per metà raffigurante le
tipiche venature di un elemento vegetale mentre l’altra metà
mostra i tratti di un circuito elettronico. E’ la contrapposizione
tra mondo digitale e mondo naturale, tra la rete, i grandi che la
governano e la natura. A quest’ultimo mondo la Schneider si
era già ispirata nella realizzazione del suo precedente lavoro The
Thompson Fields.
Vincitrice di un
Grammy Award la Schneider ha condotto molte battaglie per la difesa dei
diritti dei musicisti, si è sempre dichiarata contraria
all’appropriazione illegale che la rete ha operato sulla musica. Questo suo doppio album
realizzato con un’orchestra di 18 elementi, da lei diretti,
riflette le sue visioni dei due mondi e la musica è profondamente
diversa fra l’uno e l’alto cd per sonorità, toni e dinamiche.
Il
primo cd ha sonorità cupe, taglienti ed evoca il mondo digitale,
disegna entità primordiali della rete come i signori dei dati,
sempre pronti a farci cogliere i loro ammiccamenti. La traccia
d’apertura “A World Lost” ha un tema ondeggiante inizialmente
affidato al pianoforte di Frank Kimbrough che pian piano lievita
grazie alla spinta degli ottoni, attraversato dalla linfa tagliente e
intrigante della chitarra elettrica di Ben Monder, autore di uno dei
due soli presenti in questo brano, l’altro è affidato al sax tenore
di Rich Perry che, mentre l’ambient diventa magmatico, si eleva su
tutto con un fraseggio luminoso e illuminante.
“Don’t Be Evil”
prende in giro il colosso Google attraverso un riff funkeggiante che
in qualche passaggio simula la ritmica del tango, il brano è stato
commissionato direttamente attraverso ArtistShare da David &
Ginger Komar ed è stato presentato in anteprima al Newport Jazz
Festival il 6 agosto 2017. Tra i più intensi e articolati
dell’intera selezione si dipana anche attraverso i preziosi soli di
Jay Anderson (basso), Ben Monder (chitarra), Ryan Keberle (trombone)
e Frank Kimbrough (pianoforte). A seguire "CQ CQ, Is Anybody
There?" altro brano che nulla invidia al precedente per
intensità e articolazione, intriso di nostalgia per l’esercizio
radioamatoriale e per il codice Morse (il primo linguaggio binario
elettronico).
Il brano si apre
con i musicisti che sembrano esprimersi in totale libertà, poi il solo
di Donny McCaslin emerge su tutto e traccia un percorso, coadiuvato
dal drumming incalzante e continuo di Johnathan Blake. L'arrivo dei fiati rende il sound fluttuante, i ritmi
riproducono di tanto in tanto la sintassi temporale del codice Morse mentre la tromba elettrificata di Greg Gispert sale in
cattedra quale metafora sonora dell’intelligenza artificiale. Il
cd dedicato al mondo digitale si chiude con “Data Lords” con il
fronte sonoro irradiato dai fiati per un altro brano intenso
caratterizzato dagli interventi solistici di Mike Rodriguez alla
tromba elettrificata e di Dave Pietro al contralto.
Il secondo cd, quello dedicato alla realtà
naturale si apre con
l’infuso sonoro ammaliante e fascinoso di "Sanzenin"
ispirata ai giardini dei templi magici e meditativi, vecchi di
centinaia di anni, a nord di Kyoto in Giappone ed è impreziosita dai
fraseggi di Gay Versace alla fisarmonica che sembra danzare tra le
meraviglie del posto. Dopo il gioco in qualche modo barocco di
"Stone Song" arriva la fluidità di "Look Up"
condotta con eleganza da Marshall Gilkes al trombone, brano che
proietta orizzonti infiniti e luminosi. E ancora le suggestioni e
giochi armonici di "Braided Together" con Dave Pietro al
contralto, ispirata da una poesia di Ted Kooser. A seguire "Bluebird" commissionato da: The
Hopkins Center, Dartmouth College, The Flynn Center per il
Performing Arts e il Center for Performing Arts della Penn State
University per la sua prima in aprile 2016. Ambient ideale per la
variegata espressività jazz di Steve Wilson al contralto e
Gary Versace alla fisarmonica.
Si chiude con “The Sun Waited for
Me” un’esortazione a prestare ogni giorno attenzione alla natura
e alla sua bellezza, un brano eseguito in corale da tutta l’orchestra
dove emerge il solo di Donny McCaslin al tenore e la splendida
melodia lirica interpretata Marshall Gilkes al trombone, altro brano
questo ispirato ad una poesia di Ted Kooser.
Tutto questo è “Data
Lords” inciso in quattro giorni e finanziato da un crowdfunding
realizzato da ArtistShare su
piattaforma internet, un album di grande spessore musicale e
culturale.
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