Susan Alcorn Quintet
Relative Pitch
E’ un quartetto
stellare quello guidato dalla specialista di pedal still guitar Susan
Alcorn e composto da Mary Halvorson alla chitarra, Michael Formanek
al contrabbasso, Ryan Sawyer alla batteria e Mark Feldaman al
violino. L’ album denominato Pedernal è un lavoro che vede
lo strumento della Alcorn inserito in un contesto in cui si predilige
e si da enorme importanza all’improvvisazione. Come lei solo
Heither Leigh, altra specialista della pedal still guitar, in
sodalizio con Peter Brotzmann, ha saputo tracciare orizzonti inediti
prettamente free.
Tornando alla Alcorn è bene ricordare che la
musicista nata in Ohio ha per anni vissuto in Texas, dove la sua
attività di musicista l’ha vista impegnata in gruppi di country e
western. Oggi vanta numerose collaborazioni in ambito jazzistico, tra
le più recenti va citata quella con la chitarrista Mary Halvorson
che l’ha voluta nel suo pregevolissimo album del 2016 Away With
You. Due gemme discografiche per la Alcorn hanno preceduto questo
Pedernal, un solo dedicato alla musica di Astor Piazzolla
intitolato Soledad con la partecipazione in un solo brano di
Michael Formanek al contrabbasso e un album in trio con John McPhee e
Ken Vandernak chiamato Invitation to The Dream .
Una profonda
amicizia la lega ai musicisti del quartetto che gli si affianca in
questo album, tutti, come la Halvorson, di grande valore e di primo
piano nella downtown newyorkese, musicisti che amano improvvisare e
con i quali la Alcorn si è trovata magnificamente a suo agio come i
cinque brani, contenuti in questo album, dimostrano ampiamente. Brani
da lei composti quando si è ritirata per un mese in un luogo remoto
e appartato del New Messico. In essi si riscontrano temi ben definiti
che mescolano insieme umori country e improvvisazioni travolgenti,
atmosfere struggenti e fraseggi lancinanti.
Si inizia con la title
track che propone un tema folkeggiante, quasi danzante, in apertura e
in chiusura ma che nella sua cellula centrale dispiega un ansia
improvvisativa tutta da godere. A seguire c’è “Circular Ruins”
un’impennata di straordinarie geometrie sonore intervallate da
cadenzate riproposizioni, a mo’ di interludi, del tema iniziale.
Arriva poi a sorprenderci il mix di popolaresco swing texano e free
jazz di colemaniana memoria di cui si fregia “R.U.R.” brano che
prende il titolo dall’omonima opera di fantascienza, datata 1920 e
firmata dallo scrittore ceco Karel Capek.
Si prosegue con “A Night
in Gdansk” forse il momento più intenso dell’intero album,
tredici minuti di una sequenza musicale che incorpora una miriade di
ambientazioni sonore che vanno da struggenti interludi ad ostinate
spigolature, da ricercate espressività di musica contemporanea a
fascinose incursioni nell’universo cameristico. E’ la parte
dell’album dove risaltano ampiamente le pluralità stilistiche di
questo quintetto e di ogni musicista che lo compone e si rivela in
tutta la sua grandezza la statura artistica di compositrice e di
musicista della Alcorn. Il brano è stato scritto dalla Alcorn in due
diversi momenti: la prima parte è nata come brano solista per la sua
pedal still e successivamente orchestrata per quintetto in cui
traspare l'influenza del grande Olivier Messiaen molto amato dalla
Alcorn; la seconda parte invece è stata composta nel New Messico ed
è caratterizzata da un tema lirico che mette in condizione Feldman
di esprimersi al meglio.
Si chiude con “Northeast Rising Sun”
titolo sottratto all’indicazione dell’uscita autostradale che la
Alcorn incrocia ogniqualvolta guida in direzione Maryland. Un brano
che unisce con disinvoltura e con grande divertimento country e jazz
dalla spiccata tendenza avant. Certamente tra le uscite discografiche
migliori del 2020 Pedernal è uno di quei lavori che
difficilmente abbandoni negli scaffali dopo due o tre ascolti.
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