lunedì 7 giugno 2021

Pedernal

Susan Alcorn Quintet

Relative Pitch

E’ un quartetto stellare quello guidato dalla specialista di pedal still guitar Susan Alcorn e composto da Mary Halvorson alla chitarra, Michael Formanek al contrabbasso, Ryan Sawyer alla batteria e Mark Feldaman al violino. L’ album denominato Pedernal è un lavoro che vede lo strumento della Alcorn inserito in un contesto in cui si predilige e si da enorme importanza all’improvvisazione. Come lei solo Heither Leigh, altra specialista della pedal still guitar, in sodalizio con Peter Brotzmann, ha saputo tracciare orizzonti inediti prettamente free.

Tornando alla Alcorn è bene ricordare che la musicista nata in Ohio ha per anni vissuto in Texas, dove la sua attività di musicista l’ha vista impegnata in gruppi di country e western. Oggi vanta numerose collaborazioni in ambito jazzistico, tra le più recenti va citata quella con la chitarrista Mary Halvorson che l’ha voluta nel suo pregevolissimo album del 2016 Away With You. Due gemme discografiche per la Alcorn hanno preceduto questo Pedernal, un solo dedicato alla musica di Astor Piazzolla intitolato Soledad con la partecipazione in un solo brano di Michael Formanek al contrabbasso e un album in trio con John McPhee e Ken Vandernak chiamato Invitation to The Dream . 

Una profonda amicizia la lega ai musicisti del quartetto che gli si affianca in questo album, tutti, come la Halvorson, di grande valore e di primo piano nella downtown newyorkese, musicisti che amano improvvisare e con i quali la Alcorn si è trovata magnificamente a suo agio come i cinque brani, contenuti in questo album, dimostrano ampiamente. Brani da lei composti quando si è ritirata per un mese in un luogo remoto e appartato del New Messico. In essi si riscontrano temi ben definiti che mescolano insieme umori country e improvvisazioni travolgenti, atmosfere struggenti e fraseggi lancinanti. 

Si inizia con la title track che propone un tema folkeggiante, quasi danzante, in apertura e in chiusura ma che nella sua cellula centrale dispiega un ansia improvvisativa tutta da godere. A seguire c’è “Circular Ruins” un’impennata di straordinarie geometrie sonore intervallate da cadenzate riproposizioni, a mo’ di interludi, del tema iniziale. Arriva poi a sorprenderci il mix di popolaresco swing texano e free jazz di colemaniana memoria di cui si fregia “R.U.R.” brano che prende il titolo dall’omonima opera di fantascienza, datata 1920 e firmata dallo scrittore ceco Karel Capek. 

Si prosegue con “A Night in Gdansk” forse il momento più intenso dell’intero album, tredici minuti di una sequenza musicale che incorpora una miriade di ambientazioni sonore che vanno da struggenti interludi ad ostinate spigolature, da ricercate espressività di musica contemporanea a fascinose incursioni nell’universo cameristico. E’ la parte dell’album dove risaltano ampiamente le pluralità stilistiche di questo quintetto e di ogni musicista che lo compone e si rivela in tutta la sua grandezza la statura artistica di compositrice e di musicista della Alcorn. Il brano è stato scritto dalla Alcorn in due diversi momenti: la prima parte è nata come brano solista per la sua pedal still e successivamente orchestrata per quintetto in cui traspare l'influenza del grande Olivier Messiaen molto amato dalla Alcorn; la seconda parte invece è stata composta nel New Messico ed è caratterizzata da un tema lirico che mette in condizione Feldman di esprimersi al meglio. 

Si chiude con “Northeast Rising Sun” titolo sottratto all’indicazione dell’uscita autostradale che la Alcorn incrocia ogniqualvolta guida in direzione Maryland. Un brano che unisce con disinvoltura e con grande divertimento country e jazz dalla spiccata tendenza avant. Certamente tra le uscite discografiche migliori del 2020 Pedernal è uno di quei lavori che difficilmente abbandoni negli scaffali dopo due o tre ascolti.

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