domenica 25 agosto 2024

The Invisible

Dirk Serries / Rodrigo Amado / Andrew Lisle

Klanggalerie


 di Giuseppe Mavilla

Quando si discute di jazz improvvisato o di free jazz in Europa  allora non si può non citare il sassofonista portoghese Rodrigo Amado, autorevole esponente di questo ambito come dimostra il recente album Beyond The Margins, inciso, per la Trost Records, dal quartetto the Bridge dove, con accanto ad Amado al sax tenore, troviamo Alexander Von Schlippenbach al pianoforte, Ingebrigt Håker Flaten al contrabbasso e Gerry Hemingway alla batteria e voci, qui trovate la recensione mentre colgo l’occasione per ribadire quanto ho già scritto in un apposito post di questo blog, ovvero che da poco è stata pubblicata una   versione in vinile di questo album che include una traccia non presente sia nella versione cd che nella versione digitale. Tornando all’oggetto di questa recensione va detto che la formazione di questo trio è la conseguenza di un primo incontro tra il chitarrista sperimentale belga Dirk Serries e Amado.

La loro collaborazione, esplicatosi con un paio  di concerti dal vivo che portarono alla pubblicazione di una audio cassetta, a cui seguì la relativa versione in cd, rilevò anche la inevitabile necessità che al duo si aggiungesse una batterista e la scelta cadde su un musicista conosciuto da entrambi e da entrambi apprezzato: l’inglese Andrew Lisle. Il trio dopo alcuni concerti ha inciso il 22 novembre 2021 al Sunny Side Studio di Anderlecht in Belgio questo album pubblicato lo scorso 28 giugno 2024. Tre i brani inclusi nella selezione, tutti di lunga durata, dai 15,59 di “New Tone” ai 23,08 di “Tapestry”  passando per i 17,37 della title track, che rivelano a chiare lettere il layout espressivo del trio che esprime un jazz libero, ricco di energia espressiva, mutevole nel ritmo e nella dialettica interattiva e che mostra i tre musicisti impegnati in un costante dialogo.

Amado appare come il fulcro ideatore di questa dialettica, l’elemento che conduce, che traccia il percorso, il suo sax sa essere sinuoso e dirompente, lirico e incalzante mentre incrocia i contrappunti della chitarra semiacustica di Serries, una tipica chitarra archtop nata per suonare il jazz. Serries da un’interpretazione straordinariamente versatile del suo strumento nello svolgimento dei tre brani ed in particolare nei dialoghi a due, nell’improvvisazione e come ho già detto nel contrappunto. Di Lisle non posso non dire che è l’elemento di cui il duo aveva bisogno, il suo drumming denuncia un’urgenza espressiva debordante che arricchisce il suono del trio. 

La selezione si apre con “New Tone” fraseggio incalzante di Amado e contrappunti chitarristici di Serries nonché drumming debordante di Lisle, ritmo che prima lievita poi tende a placarsi per mutare in una ballad dove il sax lirico di Amado da luogo ad un rarefatto dialogo con la batteria di Lisle. “Tapestry” ripropone nell’intro ancora il sax lirico di Amado ma presto il ritmo lievita e il dialogo fra i tre musicisti è fitto e dal ritmo incalzante. E ancora tra pause rarefatte, dialoghi a tre e a due, arrivano i suoni eterei e ricercati che spezzano il ritmo. Si chiude con la title track, un riff del sassofono che si sviluppa prima in crescendo poi rallentando, lasciando così spazio ad un solo di batteria. A seguire porzioni improvvisative e ancora sono i suoni ricercati quelli che, complice l’elettronica, chiudono il brano. 

Album certamente da ascoltare, per apprezzare e capire questa originale formazione tutta europea.

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