lunedì 17 marzo 2025

Wingbeats

Thumbscrew

Cuneiform Rune


Sono dieci anni che la chitarrista Mary Halvorson, il contrabbassista Michael Formanek e il batterista e vibrafonista Tomas Fujiwara si riuniscono periodicamente per dare vita ai loro lavori discografici sotto il nome Thumbscrew. Sono residenze di circa tre settimane presso la City of Asylum di Pittsburgs dove i tre musicisti si incontrano per mettere insieme le loro idee e creare nuove produzioni. Così sono nati gli otto album, fin qui realizzati dal trio, di cui tre già recensiti in questo blog e come succede sempre il lavoro di gruppo   porta ad un rimodellamento dei vari brani e un adattamento a quelle che sono le peculiarità tecnico stilistiche di ognuno dei tre.
E qui va detto per chi ancora non li conoscesse   che la Halvorson, Formanek e Fujiwara sono protagonisti di spicco dell’espressività jazz contemporanea, con all’attivo numerose incisioni in vari contesti oltre a quelli di questo trio.  La Halvorson, come ho scritto altre volte, ha reinventato il ruolo della chitarra elettrica nel jazz contemporaneo, il suo lessico chitarristico risuona di umori blues e rock metabolizzati con grande acume in una estetica jazzistica esclusiva e personalissima; Formanek è contrabbassista monumentale, capace di interpretare ogni aspetto musicale insito nella natura del suo strumento; Fujiwara è quanto di meglio si possa avere la fortuna di coinvolgere in un progetto come questosia con la batteria che con il vibrafono che impiega alternativamente in questa incisione, la sua capacità di dare il meglio è una certezza assoluta. 

Tornando a questo WingBeats, ottavo album firmato Thumbscrew, continuo col dirvi che l’album propone una selezioni di dieci brani, nove inediti composti (tre per ognuno) dal trio nonché la ripresa di un classico di Charles Mingus: “Orange Was The Color Of Her Dress, Then Blue Silk”. Composizione e improvvisazione caratterizzano la struttura sempre ben definita dei brani a partire dalla title track dove stupisce la singolare attività ritmica di Fujiwara, autore del brano, che si ripresenta ciclicamente così come ciclicamente si interrompe e che interseca la semplicità del tema del brano che la Halvorson dispiega. Segue quello che può essere considerato uno degli episodi più affascinanti dell’intero lavoro, ovvero: "Greenish Tents" della Halvorson dove ad un solo di contrabbasso si affiancano prima i fraseggi di vibrafono e chitarra e poi un intrigante e divertente, loro, dialogo ritmico. 

Ancora in evidenza il contrabbasso di Formanek nell’intro di "Irreverent Grace" anche questa scritta da Fujiwara e dedicata alla madre, una delicata e intensa ballad con i soli di chitarra, vibrafono e contrabbasso. E che dire della splendida “Wayward” firmata da Formanek, una ragnatela di note e vibrazioni che conducono al cuore del brano e ne incrociano l’affascinante melodia. Le ultime tre citazioni riguardano la scarna ma sofferta melodia di "Singlet" scritta dalla Halvorson; le geometrie variabili percorse all’unisono dai tre in "Somewhat Agree” di Formanek e la riuscitissima ripresa, per chiudere la selezione dell’album, di "Orange Was the Color of Her Dress, Then Blue Silk" di Charles Mingus scelto per celebrare il centenario del grande contrabbassista al Costellation di Chicago. 

Anche questo ottavo lavoro del trio è un altro capitolo della loro produzione assolutamente da ascoltare e da possedere.

Nessun commento: