Libra Records
Dopo vari
album in duo, trio, quartetto e anche quale conduttrice di diverse orchestre,
la pianista Satoko Fujii torna al piano solo per la terza volta dopo gli
episodi datati 1996 e 2003 e titolati rispettivamente Indication e Sketches,
sempre che non mi sfugga qualche dettaglio della sua innumerevole discografia. Questo
Gen Himmel è un gioco intimo, condito
di effusione totale verso l’amato pianoforte, strumento capace di rapire
artisticamente ogni grande musicista come la Fujii. Perché la pianista
giapponese, per chi non la conoscesse (non è il caso degli abituali
frequentatori di questo blog) è oggi tra i musicisti più interessanti che
operano nell’ambito del musica contemporanea. Il suo linguaggio espressivo è
multiforme e travalica ogni possibile etichettatura. La sua attività artistica
è prolifica e in piú la nostra non disdegna impegni e confronti con musicisti
in grado di stimolarla e arricchirla artisticamente. Ma torniamo a Gen Himmel e all’aspetto più poetico
dell’espressività della musicista giapponese. L’album si apre con la ricerca di
effetti sonori da piano preparato e come spesso lei ama fare eccola strofinare
sulle corde, nel cuore dello strumento, quasi a voler testare lo stato d'animo
del suo amato compagno di scena. Di seguito una sequenza d'accordi traccia un
indefinito tema per il brano che da il titolo al cd. La pianista poi mostra il
suo layout cameristico in “Hesitation” e recupera profumi e colori orientali,
che tanto gli appartengono, in “Take Right” brano che evidenzia un altro
aspetto tipico del suo linguaggio: la creatività e l'estemporaneità della
sintassi jazzistica. C'é poi il minimalismo di “Ram” gli umori struggenti e la
maestositá di “A.S.” nonché le tensioni miste a riflessioni sussurrate e ad irruenze dirompenti in “Dawn Brown”. Questo
l'assortito menú di un incontro da incorniciare tra una straordinaria musicista
e il suo pianoforte e di un album altamente raccomandabile.