venerdì 15 febbraio 2013

Caos Musique

Olivieri -  Coutois - Ariano - Pulli

(Terre Sommerse)

Era il 13 marzo del 2010 e quella sera alla Casa del Jazz di Roma il trombettista Angelo Olivieri proponeva Caos Musique insieme al violoncellista francese Vincent Courtois, al batterista Marco Ariano e alle elettroniche di Antonio Pulli. Il giorno dopo le adulazioni di un esperto, come il giornalista Mario Gamba,  comparivano sulle pagine del quotidiano, Il Manifesto, sottolineando l’avanzato standard di ricerca che marcava la performance di quella sera. Caos Musique  prima di allora era stata una produzione in studio pubblicata un anno prima dall’etichetta Terre Sommerse la stessa che oggi ha reso fruibile questa esclusiva serata su un supporto digitale. Nove selezioni musicali dove emerge la voglia e la determinazione di inventarsi qualcosa di nuovo, dove si avverte la vocazione a ricercare nuove vie espressive e nuovi parametri di interazione. Arie classicheggianti si alternano ad interazioni free, ambient d’avanguardia lasciano spazio a melodie struggenti. Tromba e violoncello spesso viaggiano all’unisono variando i registri sonori, percussioni ed elettroniche si ritrovano in simbiosi. Olivieri è duttile, ispirato, lirico e dirompente; Courtois alterna il pizzicato all’archetto, il ritmo alla melodia; Ariano si rivela percussionista fantasioso e imprevedibile; Pulli contorna con le sue invenzioni le trame musicali senza mai gravarle. Una testimonianza viva e pulsante di quanto sia fertile l’attività di una parte del jazz italiano troppo spesso oscurata da quella più scontata operata da nomi altisonanti.

sabato 24 novembre 2012

Dirigo Rataplan

Devin Gray
Dave Ballou
Ellery Eskelin
Michael Formanek

Skirl Records
 
  

Da Brooklyn ancora un giovane musicista di grande spessore, batterista e compositore, coadiuvato in questa sua recente produzione discografica da un terzetto stellare che propone Dave Ballou alla tromba, Ellery Eskelin al sax e Michael Formanek al contrabbasso. Si tratta di  Devin Gray, drummer dal curriculum fitto di esperienze a fianco di nomi importanti della scena jazz internazionale: Tony Malaby, Dave Burrell, Dave Liebman, Sam Rivers e molti altri. Questo suo Dirigo Rataplan stupisce per compiutezza progettuale, per ricchezza di contenuti, per lungimirante creatività e per una raffinata espressività costellata di rara eleganza sonora. Otto tele di luminosa interattività jazzistica nate dall’ispirata matita compositiva di Gray che si muovono tra scrittura ed improvvisazione, rese vive e fluttuanti dalle peculiarità stilistiche e strumentali dei quattro musicisti. Strutture cangianti dove convivono leggere melodie, spesso interpretate all’unisono dai fiati e una sofisticata attività improvvisativa in continuo divenire. Un percorso denso di situazioni godibili spesso intrisi di un’esclusiva originalità, un linguaggio che unisce avanguardia e free colorandosi a tratti di umori cool e dinamiche funky. Il front-line è ampio con i fiati così diversi, per natura e tipicità, ma così complementari: fluida e sfaccettata la tromba, essenziale e dalla timbrica asciutta il sax. Vagano affiancati, intrecciano i loro fraseggi, giocano a ribattersi nota su nota. Sulla stessa linea si pone la sezione ritmica con Gray e Formanek, elementi inscindibili nella raffinata geometria del quartetto. Il batterista ha un drumming pirotecnico e colorato intriso di rara capacità intellettiva e creativa mentre Formanek puntella con estrema eleganza ogni passaggio e mantiene costantemente attive le dinamiche esecutive. Non ci sono passaggi stridenti in una proposta inaspettata che Devin Gray e compagni hanno costellato di  episodi tutti d’ascoltare e riascoltare per dare luce e merito ad una produzione discografica eccellente.


lunedì 5 novembre 2012

Dialect Fluorescent

Steve Lehman Trio

PI Recordings


Il sassofonista newyorkese Steve Lehman, classe 1978, è tra i propugnatori dell’avanguardia jazz  ed ha più volte dato prova delle sue tendenze, non ultimo il suo curioso album in ottetto: Travail, Transformation and Flow. La scorsa primavera è invece arrivato questo singolare Dialetct Fluorescent inciso in trio con il contrabbassista Matt Brewer e il batterista Damion Reed. E’ un’inaspettata virata verso territori più rassicuranti che non denotano di certo una rinuncia a scelte già consolidate bensì rispetto verso la tradizione e voglia di mantenere viva comunque una relazione di cui non si può fare a meno. Nasce con questo intento il cd di cui sto scrivendo dove accanto a cinque composizioni originali, firmate dallo stesso Lehman, troviamo quattro reintepretazioni di altrettanti brani più o meno celebri. E’ un Lehman dal piglio nervoso, coadiuvato da una ritmica pulsante assicurata dal duo Brewer-Reed, ma l’apertura è una solitaria intro del leader: “Allocentric” subito ripresa in trio sulla traccia seguente a definire il layout dell’album: fraseggi fulminei del sax alto di Lehman, liricità passionale e ostinata. Con questi presupposti viene riproposta "Moment’s Notice” di Coltrane che scorre veloce attraverso un’urgenza espressiva incalzante che non trascura alcun dettaglio. Ancora una non indifferente tensione attraversa i quattro, e poco più minuti, dell’originale “Foster Brothers” prima della nostalgica “Jeannine” di Duke Pearson dove i tratti bop, finora appena intravisti, si fanno più netti anche se pur sempre velati di modernità. Incessante la scansione ritmica del  contrabbasso di Brewer  e lo scoppiettante percussionismo di Reed nel reprise di “Pure Imagination” che riconduce al film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato  perché il brano è parte della colonna sonora di quell’opera cinematografica. E' intriso di questi climi, Dialect Fluorescent, anche nella sua parte finale quando Lehman omaggia uno dei suoi grandi maestri, Jackie McLean, l’altro é Braxton, riproponendo “Mr.E” dello stesso sassofonista. Un album in cui sorprende la capacità del sassofonista newyorkese e del suo trio di muoversi con omogeneità espressiva fra brani originali e riproposizioni di standard, segno questo di grande maturità e audace visione della realtà jazz dei nostri giorni.