mercoledì 22 giugno 2016

Saadif

Hyper + Amir ElSaffar

nusica.org


Nuovo progetto per tre dei più rappresentativi musicisti che orbitano attorno all’etichetta nusica .org. Sono il sassofonista Nicola Fazzini, lo specialista di chitarra basso, acustica, Alessandro Fedrigo, vera anima dell’etichetta, è lui che l’ha pensata e creata e il batterista Luca Colussi. Si chiama Saadif ,ovvero, incontro e segna la loro collaborazione con  il trombettista iracheno, nato a Chicago ma oggi cittadino newyorkese, Amir ElSaffar, di cui vi ho raccontato a proposito del suo album Alchemy, potete leggerne la recensione qui. Una collaborazione che affianca la matrice jazz europea, fatta di ricercate strutture compositive, da sempre insite nelle produzioni dei tre musicisti italiani, con la musica araba-africaneggiante di ElSaffar. Il risultato è una selezione di pregevoli brani, sei per l’esattezza, che si apre con“Mono Esa Tono”  una ben riuscita coniugazione di passato e presente, di tradizione e contemporaneità. Poi arrivano le orientaleggianti esternazioni vocali di ElSaffar, nell’intro di “Kosh Reng”, quasi una nenia rituale araba che precede l’arrivo di un flusso ritmico ostinato ed ipnotico, splendidamente scandito dalla coppia Fedrigo-Colussi a supporto degli interventi ai fiati del binomio Fazzini-ElSaffar che opera in perfetta simbiosi. Ricca di simili effusioni sonore è anche “13th of November” diversa strutturalmente ma officiante, armonicamente, l’universo arabo. Tra ritmi velatamente funky e inflessioni post-bop si snodano “Hyper Steps” e “Futuritmi” già incisa in una precedente produzione dall’XY Quartet di cui fanno parte i tre musicisti veneti; mentre “Human Tragedy” in chiusura dell’album sembra avvicinare il suono dell’ensemble verso ambiti più mediterranei. Un’opera, questa numero nove di nusica.org, perfettamente riuscita nel suo intento di celebrare musicalmente l’incontro oriente e occidente. Un magnifico esempio di sintesi tra modern jazz ed elementi propri  della cultura musicale araba come il maqâm, che il trombettista iracheno ha già metabolizzato nel suo layout espressivo.


giovedì 2 giugno 2016

Kaze al Torresino di Padova

27 maggio 2016

live concert


Unica data italiana, quella di venerdì 27 maggio, per il quartetto Kaze di Satoko Fujii, Natsuki Tamura, Christian Pruvost e Peter Orins che ha fatto tappa al Torresino di Padova nell'ambito della rassegna del Centro D'Arte degli Studenti dell'Università. Evento atteso, come molti fra quelli programmati dall'associazione nei settantanni di attività. Sulla scena un quartetto dal profilo espressivo certamente unico e stimolante. Una delle tante ramificazioni dell’attività di una musicista, straordinariamente prolifica, che qui prova ad andare abbondantemente oltre i limiti di una convenzionalità sonora  già non tale, in assoluto, nella sua natura artistica.

venerdì 11 marzo 2016

Ah!

Pollock Project

Be Human Records


Nuova produzione per i Pollock Project del compositore e pluristrumentista Marco Testoni, vera anima del gruppo di cui vi ho raccontato in occasione della pubblicazione del precedente album “Quixote”. Di quell’organico oggi rimane il solo Testoni al quale si aggiungono, nel trio di base, la vocalist Elisabetta Antonini e il sassofonista e clarinettista Simone Salza. Quello che invece si riconferma caratterizzante anche in questa occasione, ancor più della precedente, è la capacità dell’ensemble di stupire per la spiccata attitudine ad arricchire e contaminare la propria espressività con svariati elementi provenienti da vari ambiti musicali. Ed allo stesso modo è da sottolineare la vasta gamma di situazioni dalle quali le composizioni della band prendono spunto. C’è anche in questa occasione la conferma di un obbiettivo primario, per Testoni e soci, che è quello della musica visuale attraverso una sintesi di elementi che riconducono chiaramente al jazz, all’elettronica e alla musica per immagini. Scorrendo l’ascolto delle dieci tracce di questo nuovo lavoro, realizzato con l’ausilio di altri musicisti ospiti, c’è da stupirsi non poco già dall’iniziale “Aura” un caleidoscopio di ritmo, armonia e sonorità variegate, dedicato alla città spagnola di Barcellona. Come nel precedente album anche in quest’ultimo ritroviamo la rilettura di un brano di John Coltrane. E’ “Naima” con tutto il suo ventaglio di suggestione, spiritualità e magia. I Pollock Project ne coniano una versione estasiante  sicuramente unica. Le successive tre tracce chiudono una prima metà dell’album densa di suoni world, di interazioni ritmiche, di ironia dissacrante come quella di “Gonzo Entertainment” dedicata alla frivolezza dell’universo televisivo. Le rimanenti cinque tracce si orientano invece verso ambiti più tecnologici, verso musiche più d’avanguardia, come una altra rilettura “Vauro” dei Sigur Ros, una band islandese di post-rock, riproposta provando ad accostare nord europa e mediterraneo attraverso un layout jazzistico minimale. Ed ancora mi ha sorpreso e appassionato la successiva “Anna Blume” che è anche il titolo di una poesia dadaista, scritta da Kurt Schwitters, a cui il brano è ispirato. Mi hanno incuriosito le sue sonorità sintetiche, il  pseudo ostinato che percorre il brano, gli inserti vocali e strumentali così ben amalgamati. Cos’altro aggiungere se non una  lode al trio Testoni-Salza-Antonini per un progetto che nella sua interezza è un’opera esclusiva.