Smp
di Giuseppe Mavilla
Solida
e duratura, perchè consolidata nel tempo, la convergenza jazzistica
tra il pianista americano Matthew Shipp e il sassofonista brasiliano
Ivo Perelman, da anni risiede a New York ed è anche un artista delle
arti visive. Una convergenza che ha dato luogo ad innumerevoli produzioni
discografiche nonché a frequentazioni ripetute sui palcoscenici del
jazz contemporaneo. Questo live, che trova il duo Shipp / Perelman in
concerto a Norimberga il 26 giugno del 2019, all’interno della
rassegna The
Art of Improvisation,
è un altro esempio della loro infinita e inesauribile vena
espressiva tutta improntata sull’improvvisazione.
Un primo brano di 56 minuti che copre quasi interamente la durata del cd ed un altro breve frammento, di appena quattro minuti, un ritorno in scena richiamato dagli applausi del pubblico. Insieme sono l’essenza di un album che conferma ancora una volta come i due musicisti riescono a dialogare sfaccettando tempi, dinamiche e suoni. Da una parte Shipp, come sempre immenso, incontenibile, razionale e istrionico allo stesso tempo; dall’altra Perelman, furente, imprevedibile dirompente e inaspettatamente anche lirico, come nelle prime battute della performance affiancato dai raffinati fraseggi di Shipp.
E il
dialogo fra i due lievita subito e si sviluppa in un crescendo che
trascina il sax di Perelman sui registri alti mentre Shipp
contrappunta con forza percussiva. Intorno al sesto minuto Perelman
fa un passo indietro e lascia il pianista solo in scena. Shipp è
preda di un urgenza espressiva inarrestabile, sono due minuti di
grande jazz e poi Perelman ritorna sulla ribalta e l’avvinghiamento
dialettico fra i due musicisti riprende in pieno. Poco dopo il
dodicesimo minuto empatia tra un Perelman lirico, ancora sui registri
alti e Shipp a puntellare con determinatezza e puntualità.
Al
ventunesimo minuto solo di Perelman, poco meno di 120 secondi,
intensamente lirico mentre, quando manca poco alla mezz’ora, arriva
una sorta di diluvio sonoro inondante di emozioni e vibrazioni. Quando sono già andati via circa 32 minuti di concerto giunge una porzione struggente e lirica
con il sax di Perelman a disegnare una splendida melodia sul
pianoforte maestoso di Shipp. Da li a poco splendido solo di
quest’ultimo e poi dialogo teso e incalzante con successivo
improvviso cambio di marcia.
Potrei continuare a raccontarvi passo
dopo passo questa straordinaria performance, che si arricchisce di
dettagli nuovi ad ogni ascolto, ma penso che già questo possa
bastare, rischierei di ripetermi preso dall’entusiasmo suscitato
dall’ascolto di un album intenso e irripetibile
che trascina ogni fortunato ascoltatore in un vortice di creatività
e imprevedibilità.
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