venerdì 21 febbraio 2020

Live in Nuremberg

Ivo Perelman / Matthew Shipp

Smp


di  Giuseppe Mavilla

Solida e duratura, perchè consolidata nel tempo, la convergenza jazzistica tra il pianista americano Matthew Shipp e il sassofonista brasiliano Ivo Perelman, da anni risiede a New York ed è anche un artista delle arti visive. Una convergenza che ha dato luogo ad innumerevoli produzioni discografiche nonché a frequentazioni ripetute sui palcoscenici del jazz contemporaneo. Questo live, che trova il duo Shipp / Perelman in concerto a Norimberga il 26 giugno del 2019, all’interno della rassegna The Art of Improvisation, è un altro esempio della loro infinita e inesauribile vena espressiva tutta improntata sull’improvvisazione.

Un primo brano di 56 minuti che copre quasi interamente la durata del cd ed un altro breve frammento, di appena quattro minuti, un ritorno in scena richiamato dagli applausi del pubblico. Insieme sono l’essenza di un album che conferma ancora una volta come i due musicisti riescono a dialogare sfaccettando tempi, dinamiche e suoni. Da una parte Shipp, come sempre immenso, incontenibile, razionale e istrionico allo stesso tempo; dall’altra Perelman, furente, imprevedibile dirompente e inaspettatamente anche lirico, come nelle prime battute della performance affiancato dai raffinati fraseggi di Shipp. 

E il dialogo fra i due lievita subito e si sviluppa in un crescendo che trascina il sax di Perelman sui registri alti mentre Shipp contrappunta con forza percussiva. Intorno al sesto minuto Perelman fa un passo indietro e lascia il pianista solo in scena. Shipp è preda di un urgenza espressiva inarrestabile, sono due minuti di grande jazz e poi Perelman ritorna sulla ribalta e l’avvinghiamento dialettico fra i due musicisti riprende in pieno. Poco dopo il dodicesimo minuto empatia tra un Perelman lirico, ancora sui registri alti e Shipp a puntellare con determinatezza e puntualità.

Al ventunesimo minuto solo di Perelman, poco meno di 120 secondi, intensamente lirico mentre, quando manca poco alla mezz’ora, arriva una sorta di diluvio sonoro inondante di emozioni e vibrazioni. Quando sono già andati via circa 32 minuti di concerto giunge una porzione struggente e lirica con il sax di Perelman a disegnare una splendida melodia sul pianoforte maestoso di Shipp. Da li a poco splendido solo di quest’ultimo e poi dialogo teso e incalzante con successivo improvviso cambio di marcia. 

Potrei continuare a raccontarvi passo dopo passo questa straordinaria performance, che si arricchisce di dettagli nuovi ad ogni ascolto, ma penso che già questo possa bastare, rischierei di ripetermi preso dall’entusiasmo suscitato dall’ascolto di un album intenso e irripetibile che trascina ogni fortunato ascoltatore in un vortice di creatività e imprevedibilità.

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