Live Concert Multisala MPX Padova 23.10.2022
di Giuseppe MavillaLa Fire Orchestra è tornata a Padova a poco meno di un anno dal concerto tenuto nel 2021 al Teatro Verdi, nato dalla collaborazione fra il Centro D'Arte degli studenti dell'Università di Padova e il Padova Jazz Festival ed inserito nell'edizione 2021 dello stesso Festival. Il ritorno in questo 2022, lo scorso 23 ottobre, è invece dovuto alla partecipazione del gruppo alla seconda parte della rassegna Opera Libera Centrodarte22 con cui l'università di Padova festeggia i suoi 800 anno di attività.
Una produzione che prosegue quella cominciata lo scorso anno e che nel contempo è un'esclusiva tutta italiana a firma Centro D'arte e Area Sismica nonché Circolo Controtempo, curatore del Jazz & Wine of Peace Festival di Cormons in provincia di Gorizia. Non a caso la stessa produzione è stata presentata il 21 ottobre a Forlì e il 22 a Cormons. Ma veniamo alla serata padovana, con un concerto che ha visto sul palco un variegato ensemble di nove musicisti intenti a dispiegare una performance intensa e coinvolgente, caratterizzata da un groove ostinato scandito con estrema precisione temporale dalla sezione ritmica, sulla quale si intersecavano i riff fulminanti e zig-zaganti di Gustafsson e soci.
A spezzare quello che a volte diventava un flusso ipnotico e straniante le porzioni improvvisative e gli interludi che consentivano alla Sturba di esibire le sue qualità vocali allo stato puro o contaminate dall'elettronica di un strumento come il theremin. Nel magma sonoro, che a poco poco sembrava lievitare sulla ribalta dell'Mpx, si scorgevano le sonorità tipiche della band svedese che sono state la base, o per meglio dire, il punto di partenza di tutta la performance che ha dispiegato un jazz moderno impinguato di urgenza espressiva, di vortici sonori ricchi di pathos e di slanci improvvisativi collettivi, di sprazzi di funk e tendenze rockeggianti, imbevuti di psichedelia, che hanno certamente intrigato la platea.
Poi i passaggi inediti che hanno catturato l'attenzione meravigliata di tutti i presenti ed in tal senso oltre a quello della Sturba va certamente segnalato quello di Zoe Pia, che ha filtrato le meravigliose sonorità delle sue launeddas attraverso l'elettronica ed ha offerto momenti assolutamente suggestivi, dimostrandosi magnificamente integrata al nucleo base dell'orchestra quando ha imboccato il clarinetto, mentre sono apparsi certamente costretti gli spazi lasciati alla chitarra della Ardizzoni e al trombone di Tramontana. Questi ultimi aspetti, sicuramente non trascurabili, hanno probabilmente tolto qualcosa al risultato finale del concerto ma la serata padovana della Fire Orchestra, versione italo-svedese, ha confermato, ulteriormente, l'oculatezza delle scelte del Centro D'Arte.
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