Franco D'Andrea / Dj Rocca
Parco della Musica
di Giuseppe Mavilla
Tradizione e innovazione è il connubio ricorrente sulla scena del jazz contemporaneo. Da una parte mantenere i legami con i canoni del jazz che ha fatto storia, dall'altra ricercare contaminazioni con altri generi musicali o aprirsi ad espressività che poco o nulla hanno a che fare con la musica afroamericana. Franco D'Andrea ha saputo interpretare al meglio questa filosofia, tra le sue opere sono tanti gli esempi delle capacità di questo straordinario pianista di rinnovare costantemente la sua proposta musicale non dimenticando mai la tradizione.
Ancora una volta devo citare in tal senso quel magnifico album datato 1971 ed inciso nell'aprile del 1970 a nome del Modern Art Trio che vedeva D'Andrea insieme a Franco Tonani e Bruno Tommaso. In quell'album, ripubblicato in versione cd nel 2008 per l'etichetta Deja-Vu, D'Andrea riversava il frutto delle sue ricerche di quegli anni, attratto com'era dalla musica dodecafonica ed iniziando nel contempo a pensare di elaborare un sistema di improvvisazione che si basasse su alcuni aspetti della musica seriale. Le sue ricerche non si fermeranno e approderanno, venti anni dopo, nella teoria delle “aree intervallari”. Nel 2011 D'Andrea rende disponibile a tutti i risultati delle sue ricerche con il volume “Aree Intervallari” scritto insieme a Luigi Ranghino. Il volume rivela tecniche e sistemi innovativi nell'ambito dell'improvvisazione e della composizione jazz e molte delle incisioni di D'Andrea di questi ultimi anni sono improntati sulla teoria degli intervalli.
Su questo blog i fedelissimi avranno già avuto modo di leggere, in particolare, le recensioni di Intervals I e Intervals II, chi non lo ha fatto può farlo adesso o quando vorrà, cliccando qui e qui. E sugli intervalli è anche basato questo ultimo triplo album in duo di D'Andrea e Luca Roccatagliati, alias DJ Rocca, un dj conosciuto da D'Andrea durante un concorso in cui alcuni musicisti elaboravano con l'elettronica alcuni brani dello stesso D'Andrea. Poi DJ Rocca partecipa all'incisione del doppio cd Trio Music Vol. 1 con Andrea Ayace Ayassot ai sassofoni ma anche alle registrazioni di Intervals I e II. L'incontro ha folgorato il musicista di Merano che ha intravisto nella collaborazione con DJ Rocca una possibilità nuova di sviluppo e di ricerca della sua musica. Un primo concerto in duo e successivamente la registrazione in studio di circa 2 ore e mezza di musica dalla quale sono stati scelti i 16 brani che compongono quest' album inciso per l'etichetta Parco della Musica.
D'Andrea al pianoforte e DJ Rocca alle elettroniche è una formula inedita per un disco di jazz, eppure tra i due si instaura fin dal primo brano un invidiabile interplay, D'Andrea è il gigante di sempre sulla tastiera del classico pianoforte; DJ Rocca è un invidiabile cerimoniere con i suoi inusitati strumenti elettronici fatti per manipolare i suoni, per simulare uno strumento, per dare ritmo attraverso suoni ostinati e non, ed infondere infusi sonori siderali. L'ascoltatore al cospetto di tutto ciò rimane per più di un attimo perplesso, ma l'ascolto ripetuto, attento e soprattutto scevro da ogni preconcetto lo aiuterà ad apprezzare e capire la sfida alla normalità che D'Andrea e DJ Rocca hanno deciso di intraprendere. Ed è così che si va a scoprire la profondità dell' interplay che lega i due protagonisti, il rispetto reciproco che ha ognuno per l'altro, la teoria degli intervalli: brevi riff che ricorrono nei brani, che cambiano tonalità, piccole frasi musicali, temi reinventati. Nel complesso miniature interposte ad un ampio uso dell'improvvisazione, un mosaico variegato di ritmi e suoni sintetici che si intersecano con l'immenso pianismo di D'Andrea.
Scorrendo i sedici brani tutti, tranne uno, intitolati con due o più iniziali dei musicisti a cui appaiono ispirarsi mi piace citare: dal cd 1, “O.N.1” con l'intro tutta elettronica mentre di seguito si inserisce il pianoforte a disegnare un riff su un ostinato sintetico. Una miriade di interazioni diversificate, fraseggi fulminanti di D'Andrea cambi di ritmo e tanto altro. “J.H.M.D.” è un trionfo del pianoforte: vortici swinganti, frammenti di blues, echi tayloriani e una vastità di interazioni cangianti densi di suoni siderali. Sulla traccia n. 1 “FY” del cd 2 il pianismo di D'Andrea si sposta su livelli che travalicano il jazz mentre in “O.N.2” affascinano gli accenni di blues che sembrano far languire tutto il brano sul quale Dj Rocca si inserisce con discrezione. E ancora "M.D.D.E.C.P." dove a sorprendere sono i fraseggi di D'Andrea, l'interazione elettronica cosi tremendamente adeguata all'ambient creato dal pianista e un pizzico di torpore minimalista.
Infine il terzo cd con l'iniziale “R.W” che si apre con un infuso di suoni siderali dai quali risorge il pianismo brioso, scintillante e immenso di D'Andrea, strali di note ora fuggenti altre volte profonde mentre DJ Rocca sembra rilasciare infuocate note elettroniche. Si chiude con “Blue 'n Boogie” di Dizzy Gillespie e Frank Paparelli, un omaggio alla tradizione attraverso l'innovazione tecnologica dell'elettronica.
Franco D'Andrea e Dj Rocca mirano al futuro, chi è interessato si faccia avanti è fortemente consigliato.
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