The
Kris Davis Trio
Pyroclastic
Era dal 2014 che la pianista Kris Davis, non incideva un album in trio a
suo nome, l’ultimo in quell’anno era stato l’ottimo Waiting For You To Grow,
con John Hébert al contrabbasso e
Tom Rainey alla batteria edito dalla portoghese Cleen Feed, dedicato al figlio
Benjamin e di cui potete leggere la recensione qui. La sua folta discografia custodisce
album come Rye Eclipse del 2008 e come il piano solo di Aerol Piano del
2011. Poi in tempi più recenti l’ottimo Diatom
Ribbons del 2019, in cui condensa varie espressività musicali. Nel
frattempo nasce la sua etichetta
discografica, la Pyroclastic Records, per la quale pubblica nel 2016 Duopoly
sedici tracce in duetto con Bill
Frisell, Julian Lage, Craig Taborn, Angelica Sanchez, Billy Drummond, Marcus
Gilmore, Tim Berne e Don Byron. Con questo recentissimo Run the Gauntlet
la Davis torna al piano trio a suo nome e si avvale della collaborazione di
Robert Hurst al contrabbasso e di Jonathan Blake alla batteria. Un album
dedicato a Geri Allen, Carla Bley, Marilyn Crispell, Angelica Sanchez,
Sylvie Courvoisier e Renee Rosnes, musiciste donna che, scrive la Davis, sono
state fonte di ispirazione per la sua musica. Un’espressività, quella della pianista
di origini canadesi, che unisce scrittura e improvvisazione, contaminazioni e
innovazione. L’ascolto dell’album ci immette in una selezione che
propone una serie di ambient variegati a partire dai mutamenti ritmici della
title track con la Davis che si produce in vari soli intercettando i
contrappunti di contrabbasso e batteria. Un brano che da la sensazione di essere
infinito, tante sono le situazioni che si creano. A seguire “Softly,
As You Wake” introduce l’uso del pianoforte preparato al quale la Davis
spesso ricorre come vedremo anche in altri brani dell’album. Quest’ultima di
fatto è una ballad dai toni volutamente piatti e dall’ambient cameristico.
Poi
il trittico “First Steps” - “Little Footsteps” - “Heavy-footed” dedicato al
figlio Benjamin in cui ritroviamo, in tre ambiti del tutto distinti,
rispettivamente: un piano solo ritmicamente ostinato e pulsante, un brano dai
risvolti funk e una traccia che unisce umori jazz-pop e sonorità soul. “Beauty
Beneath the Rubble” è l’unica delle undici tracce dell’album non firmate dalla Davis
perché scritta da Jonhathan Blake, brano dalle sonorità ricercate, ricco di
lirismo. A seguire da segnalare l’incedere martellane di “Knotweed” l’intenso
interplay e l’articolato sviluppo di “Dream State” nonché la chiusura con
l’ostinato pulsare di “Subtones” e il pianoforte preparato ancora protagonista.
Run the Gauntlet è uno di quegli album che tra pochi giorni troveremo ai
primi posti nelle liste dei migliori album dell’anno 2024, un album con il
quale la Davis sancisce definitivamente il suo ruolo di primo piano nel
panorama del jazz contemporaneo, a tal proposito vorrei ricordare la sua
importante e determinante presenza nell’album New Standards Vol 1 di Terri Lyne
Carrington, vincitore del Grammy 2023.
Nessun commento:
Posta un commento