domenica 15 dicembre 2024

Run the Gauntlet

The Kris Davis Trio

Pyroclastic



Era dal 2014 che la pianista Kris Davis, non incideva un album in trio a suo nome, l’ultimo in quell’anno era stato l’ottimo Waiting For You To Grow,  con John Hébert al contrabbasso e Tom Rainey alla batteria edito dalla portoghese Cleen Feed, dedicato al figlio Benjamin e di cui potete leggere la recensione qui. La sua folta discografia custodisce album come Rye Eclipse del 2008 e come il piano solo di Aerol Piano del 2011.  Poi in tempi più recenti l’ottimo Diatom Ribbons del 2019, in cui condensa varie espressività musicali. Nel frattempo nasce   la sua etichetta discografica, la Pyroclastic Records, per la quale pubblica nel 2016 Duopoly sedici tracce in duetto con Bill Frisell, Julian Lage, Craig Taborn, Angelica Sanchez, Billy Drummond, Marcus Gilmore, Tim Berne e Don Byron.
Con questo recentissimo Run the Gauntlet la Davis torna al piano trio a suo nome e si avvale della collaborazione di Robert Hurst al contrabbasso e di Jonathan Blake alla batteria. Un album dedicato a Geri Allen, Carla Bley, Marilyn Crispell, Angelica Sanchez, Sylvie Courvoisier e Renee Rosnes, musiciste donna che, scrive la Davis, sono state fonte di ispirazione per la sua musica. Un’espressività, quella della pianista di origini canadesi, che unisce scrittura e improvvisazione, contaminazioni e innovazione. 

L’ascolto dell’album ci immette in una selezione che propone una serie di ambient variegati a partire dai mutamenti ritmici della title track con la Davis che si produce in vari soli intercettando i contrappunti di contrabbasso e batteria. Un brano che da la sensazione di essere infinito, tante sono le situazioni che si creano. A seguire “Softly, As You Wake” introduce l’uso del pianoforte preparato al quale la Davis spesso ricorre come vedremo anche in altri brani dell’album. Quest’ultima di fatto è una ballad dai toni volutamente piatti e dall’ambient cameristico. 

Poi il trittico “First Steps” - “Little Footsteps” - “Heavy-footed” dedicato al figlio Benjamin in cui ritroviamo, in tre ambiti del tutto distinti, rispettivamente: un piano solo ritmicamente ostinato e pulsante, un brano dai risvolti funk e una traccia che unisce umori jazz-pop e sonorità soul. “Beauty Beneath the Rubble” è l’unica delle undici tracce dell’album non firmate dalla Davis perché scritta da Jonhathan Blake, brano dalle sonorità ricercate, ricco di lirismo. A seguire da segnalare l’incedere martellane di “Knotweed” l’intenso interplay e l’articolato sviluppo di “Dream State” nonché la chiusura con l’ostinato pulsare di “Subtones” e il pianoforte preparato ancora protagonista. 

Run the Gauntlet è uno di quegli album che tra pochi giorni troveremo ai primi posti nelle liste dei migliori album dell’anno 2024, un album con il quale la Davis sancisce definitivamente il suo ruolo di primo piano nel panorama del jazz contemporaneo, a tal proposito vorrei ricordare la sua importante e determinante presenza nell’album New Standards Vol 1 di Terri Lyne Carrington, vincitore del Grammy 2023.

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