Diamond Curtain Wall Quartet
Caligola Records
Ha fatto tappa anche a Mestre la tournée dell’estate 2008 di Anthony Braxton e del suo trio-quartetto Diamond Curtain Wall, nell’ambito del “Candiani Summer Fest”. Chi frequenta questo blog avrà già avuto modo di leggere la recensione del cd edito dalla Leo Records e registrato a Mosca, altra tappa di quella sua venuta in europa, con la medesima formazione. Quella serata di Mestre del 1° luglio 2008, grazie ad una ripresa live, è oggi interamente disponibile in cd nel catalogo dell’etichetta veneziana Caligola Records che ha voluto corredarne la pubblicazione con le note di un autorevole studioso del jazz quale è il musicologo Stefano Zenni. Il quartetto è riproposto nella sua formula conosciuta con, oltre allo stesso Braxton ai fiati e ai live electronics (laptop), Katherine Young al fagotto, Taylor Ho Bynum ai fiati e Mary Harvolson alla chitarra. Il linguaggio usato è l’improvvisazione di cui il sassofonista è riconosciuto pioniere nonché tra i massimi esponenti contemporanei. La metodologia invece predominante è anche per il progetto della Diamod Curtain Wall Music quella che si relaziona con la durata temporale della performance regolata attraverso una clessidra. Il valore del tempo che si consuma con la messa in azione di questo strumento deve essere rigorosamente rispettato ma all’interno del relativo range temporale la libertà per ognuno dei protagonisti è garantita e non solo, in quanto un altro elemento va evidenziato, ovvero la mancanza di un’eccellenza dominante all’interno del quartetto. Così strutturata la performance si sviluppa sulle architetture di un esercizio improvvisativo intenso con i quattro musicisti impegnati ognuno nella propria singolarità a dare luogo nel complesso ad un mosaico di omogenea sinergia performante dalle sembianze cangianti ed in perenne evoluzione. In tutto ciò non posso esimermi dal trarre qualche breve annotazione: la straordinaria, già conosciuta, è vero!, duttilità ed estrosità di Taylor Ho Bynum, l’indefinibile originalità di Mary Harvolson, la rigorosità apparentemente accademica di Katherine Young, l’infinità e insaziabile oralità del grande maestro Braxton e l’incommensurabile campionario di suoni e le variabili ritmiche che si frappongono in quello che poi, nei fatti, è comunque un dialogo interattivo fra i quattro musicisti. Si conferma anche in questa occasione l’oculato e appropriato innesto del laptop e si ha la totale certezza che il progetto DCWM è l'ennesima originale intuizione del jazzman di Chicago.
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