Live Concert Sala dei Giganti al Liviano Padova 08/05/2022
Era stato presentato come
un evento imperdibile, e tale è stato, l'appuntamento del 8 maggio
scorso alla Sala dei Giganti al Liviano per la Rassegna
CENTRODARTE22:OPERA LIBERA che ha visto protagonista il
quintetto Myra Melford's Fire and Water con la stessa Melford al
pianoforte, Ingrid Labrock al sax soprano e tenore, Mary Halvorson
alla chitarra, Tomeka Reid al violoncello e Susie Ibarra alla
batteria e percussioni. Una formazione che più che un quintetto è
un super gruppo di musiciste che operano da anni sui versanti più
nuovi e di ricerca del jazz contemporaneo e peraltro ognuna di esse
ha già lavorato con la pianista.
L'idea di costituire il quintetto è
venuta alla Melford mentre pianificava una sua presenza
nell'ormai storico e avanguardistico Stone di New York nel giugno del
2019. Il progetto che ha fatto seguito alla costituzione del quintetto, dal titolo For The Love of Fire and
Water, già disponibile su cd per la francese Rogue Art, è
ispirato all'opera del pittore americano Cy Twombly e più
specificatamente alla sua raccolta di disegni Gaeta Set (for the
Love of Fire & Water. La splendida location padovana è
stata l'ultima tappa di un tour europeo che il quintetto ha iniziato
il 29 aprile ad Oslo e che facendo tappa in Francia, Inghilterra,
Slovenia e Germania si è concluso con due concerti in Italia, prima
Mantova e poi Padova.
Sono stati presentati brani
tratti dall'album pubblicato lo scorso 21 aprile, eseguiti sotto
forma di una suite così come le dieci tracce, senza titolo e
numerate da 1 a 10, si susseguono sul supporto digitale, ma delle
quali durante il concerto sono stati certamente ampliati gli spazi
improvvisativi apparsi amalgamati con cura e precisione nelle
dinamiche esecutive. Nei fatti il quintetto ha svolto la performance
secondo un percorso già definito dove la leader, Melford, è stata
il naturale punto di riferimento sia nell'esposizione dei temi che
nelle parti improvvisate oltre che l'autrice di tutti i brani.
Tutto ciò non ha pregiudicato il risultato
finale che è sembrato ben strutturato e per nulla ovvio,
alternando momenti ricchi di tensione a rilassamenti lirici. Il
layout espressivo del quintetto è apparso molto ricercato e
impinguato di una eccellente intesa fra le parti, le cinque
protagoniste hanno esibito le loro peculiarità tecnico-stilistiche,
hanno avuto spazi temporali per i loro soli, si sono confrontati in
duo e in trio e complice la forte determinazione della Melford hanno
esplicato porzioni di intensa improvvisazione collettiva.
Tutto
questo in novanta minuti di emozioni sonore che hanno coinvolto il
pubblico presente che ha richiamato con lunghi e calorosi applausi, per ben due volte, il gruppo in
scena.
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