Craig Taborn
Ecm
Un altro album per l’etichetta Ecm,
il terzo, per il pianista americano Craig Taborn questa volta in quartetto con Chris
Speed al sax e al clarinetto, Chris Lightcap al contrabbasso e al basso
elettrico e con David King alla batteria. Un nuovo ambito dopo il piano solo di
Avenging Angel e il trio di Chants. Il climax è
quello molto vicino al tipico sound Ecm ma Taborn, che qui fa
uso anche di elettroniche, sembra particolarmente ispirato trovandosi ad
operare nel cerchio magico di Manfred Eicher.
Nove brani che formano la
selezione dell’intero cd, tutti originali e a firma del leader ad eccezione
della traccia n.7, la “Jamaica Farewell” dell’amatissimo Roscoe Mitchell. Un
album per certi versi tenebroso, dai toni scuri ma decisamente affascinante per
la fluidità di alcuni episodi, come l’iniziale “The Shining One” o per
l’imprevedibilità di altri come “Abandoned Reminder” giocato sulle modulazioni
di una ballad che in seguito, inaspettatamente, si sviluppa in crescendo attraverso
un’essenza improvvisativa collettiva. Quest’ultimo aspetto è insito anche nel
fluire dinamico e libero di “New Glory” introdotta dal drumming di King. Accenni lirici,
melodie appena tracciate e poi lasciate naufragare tra le onde inerpicanti
della sezione ritmica, queste le sfaccettature ricorrenti nell’ascolto della
selezione inclusa nel cd.
Giro di boa con “The Great Silence” traccia n.5 tra
l’insinuante intro del clarinetto di Speed e i
risvolti rarefatti del pianoforte del leader, prima che l’intero quartetto
riemerga in collettiva assonanza. Il tunnel buio e ridondante, che disegna
Lightcamp con il suo contrabbasso in “Ancient” è ostinato, anche quando si
illumina dei suoni di pianoforte e fiati e il suo incedere sembra incalzarti.
Narrativa e brulicante di fermenti improvvisativi è il reprise di “Jamaican
Farewell” mentre “Phantom Ratio” con il suo ambient iniziale, avvolto
di mistero e i percorsi fluenti di ritmo ed umori elettronici che ne seguono, mi conduce alla
fine di questo magnifico lavoro.
Assolutamente da ascoltare e da possedere, questo album di Taborn e compagni si candida a raccogliere i fasti di uno
dei migliori album di questo 2017.