The Bill Dixon Orchestra
(RCA Victor) Dynagroove
Questa ristampa di un vinile della seconda metà degli anni sessanta è una delle operazioni culturalmente più utili per la diffusione della musica jazz. Un album tra i più importanti nella storia del jazz d’avanguardia che mancava nelle collezioni di molti appassionati che probabilmente, nell’attesa di una possibile riedizione, si saranno dimenati alla ricerca di qualche buon usato. Ora la che la ristampa è disponibile quale migliore occasione per apprezzare il musicista che né è autore, Bill Dixon, trombettista scomparso recentemente all’età di 84 anni, uno dei musicisti più innovativi nell’evoluzione della musica afroamericana. Attivo fino a pochi mesi prima della sua dipartita si è mosso attraverso una specifica filosofia espressiva che ha travalicato il jazz andando ad arricchirsi con stilemi e strutture molto vicine alla musica classica e a quella contemporanea. In questo ambito l’elemento che ha poi caratterizzato la specificità del suo jazz è stato il fattore free tradotto attraverso il suo costante inserirsi, all’interno delle partiture, con fraseggi improvvisati dirompenti caratterizzati da toni taglienti su dinamiche e architetture per certi versi rigide e prestabilite. L’opera è caratterizzata da toni gravi e da un andamento drammatico in cui la configurazione dell’orchestra risulta determinante: con una sezione di fiati di 5 elementi, compreso lo stesso Dixon, un violoncello, due contrabbassisti, i noti Reggie Workman e Jim Garrison (peraltro affiancati nel primo brano “Metamorphosis”) e una batteria. Nel concepimento di questo e dei rimanenti brani, tutti originali e tutti a firma dell’autore, è insita la cultura per l’arte, non solo musicale ma anche pittorica, coltivata da Dixon nella sua anima e nella sua mente. L’ album abbonda di trame intense, travagliate, ricche di tensioni sonore e ritmiche, di pieni orchestrali ma anche di parentesi eteree in cui i fiati si intersecano avanzando e arretrando sul front-line, sempre e comunque in una atmosfera sospesa in un ipotetico equilibrio tra tensione ed emozione. Grande musica ancora oggi dopo oltre quarant’anni dal suo concepimento a dimostrazione della singolare levatura di compositore e musicista di cui Dixon era dotato che ci aiuta a comprendere l’assoluta validità di ogni opera che costella la sua ampia discografia ma anche l’improrogabile opportunità, per ogni appassionato di jazz che ancora non lo abbia fatto, di scoprirne i dettagli.
Giuseppe Mavilla
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