martedì 16 settembre 2025

Clone Row

Ches Smith

Otherly Love

di Giuseppe Mavilla

Il batterista Ches Smith, californiano d’origine, nato a S.Diego oggi vive a New York dove respira i tanti stimoli d’arte musicale che in quella città fioriscono a dismisura. Di lui sono starti recensiti in questo blog, tra il 2013 e il 2016, due album a suo nome: The Bell in trio con Craig Taborn e Mat Manieri nonchè Hammered in cui Smith è coadiuvato dai These Arches, gruppo che comprendeva Tim Berne, Tony Malaby, Mary Halvorson e Andrea Parkins, potete leggere le recensioni cliccando sui titoli degli stessi. Smith che oltre ad essere un batterista è anche un ottimo vibrafonista, è molto richiesto in sala d’incisione, in tutti questi anni ha collaborato con Marc Ribot, Tim Berne, John Zorn, Darius Jones, Nels Cline, Mary Halvorson, Trevor Dunn, Terry Riley, Kris Davis, Dave Holland e molti altri.

Ogni episodio della sua personale discografia è di assoluto valore come i tre grandi album pubblicati dal 2021 al 2024: Path Seven Colors – We All Break in cui Smith ha riversato il frutto dei suoi studi dei tamburi vudù haitiani, un boxset che include anche un bonus disc; Interpret it Well con Craig Taborn al pianoforte Mat Maneri alla viola e Bill Frisell alla chitarra e Laugh Ash che è stato definito come una fusione di jazz, classica ed elettronica hip-hop. Nel 2025 arriva questo Clone Row titolo chiaramente ispirato al Tone Row di Arnold Schoenberg, il metodo compositivo dodecafonico inventato dal musicista austriaco. E’ un album singolare realizzato da Smith con un quartetto composto da due chitarristi: Mary Halvorson e Liberty Ellman e dal contrabbassista Nick Dunston.

Il layout espressivo del quartetto è una miscela esplosiva di ritmo, sonorità elettroniche e dialoghi fra le due chitarre, sul canale destro troverete la Halvorson che, come ho detto altre volte, ha rivalutato il ruolo della chitarra elettrica nel jazz ed è fra i principali esponenti della musica creativa newyorkese, mentre, sul canale sinistro scoprirete Ellman con tutta la sua grande esperienza e le sue peculiarità stilistiche grazie anche alle  frequentazioni con musicisti quali Henry Threadgill, Wadada Leo Smith, Steve Coleman, Myra Melford e Vijay Iyer. La ritmica è affidata al duo Smith-Dunston, quest’ultimo è membro di una delle band della Halvorson, con Smith alla batteria, vibrafono e drum machine e Dunston al contrabbasso e al basso sinth.

Nel diluvio sonoro delle sette tracce dell’album emerge una notevole presenza di suoni e strutture tipicamente rock, ne è un esempio la seconda parte di “Play Bell (For Nick)” che, dopo un’intro caratterizzata da un loop ostinato ed una porzione improvvisata con assoluta libertà, muta in una ballad rockeggiante. Affascinante e avvolgente  è  invece “Hearth Breakthrough” che profuma del funk haitiano di We All Break (uno sguardo al passato o un ricordo da non dimenticare per Smith?)  sopraffatto da un’ effusione di poliritmi inebrianti. Di fattura diversa l’iniziale “Ready Beat” sintetizzatori e altre diavolerie elettroniche la fanno da padroni ma le due splendide chitarre spezzano certe atmosfere ma non l’incalzante ritmo che pervade l’intero brano. Le due chitarre ora dal timbro distorto annunciano qualcosa che sta a metà tra funk e fusion e che ricorda i Weather Report: è il tema iniziale di “Abrade Whit Me” che presto lascia spazio ad una cellula improvvisativa in cui le due chitarre vestono timbri hard rock ma operano in ambiti avant, da ascoltare e riascoltare lo splendido solo di Dunston.

Ma non dimentichiamo la title track, un riff rockeggiante con l’aggiunta di vibrafono e spruzzate di sinth, brano che sembra avvolgersi su stesso anche nella sua parte improvvisata, probabilmente scritto con in mente il metodo dodecafonico di Schoenberg. Con questo album Smith consacra le sue qualità di compositore e musicista, questo lavoro sta raccogliendo consensi da ogni parte e si avvia a diventare un riferimento per chi ama scoprire e conoscere le nuove musiche, quelle che abbiamo imparato a chiamare così perché non etichettabili come questo superlativo Clone Row.

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