Wadada Leo Smith
Cuneiform
Da
qualche tempo il trombettista Wadada Leo Smith sembra aver indirizzato la sua
produzione su due percorsi decisamente diversi l’uno dall’altro. Da una parte
incisioni con ensemble più o meno nutriti come ad esempio Ten Freedom Summers o The Great Lakes, dall’altra
incontri a due come il recentissimo, qui recensito, A Cosmic Rhythm
With Each Stroke, a fianco del pianista Vijay Iyer. Quella di
cui vado a raccontarvi è un’opera ispirata dal prestigioso patrimonio dei
Parchi Nazionali Americani e di cui si prende cura un’istituzione come la National Park Service, creata cento anni
fa con atto del congresso, il 25 agosto del 1916, di cui quest’anno ricorre il
centenario. Smith a poco meno di due mesi dal suo settantacinquesimo compleanno
si concentra su alcune di queste bellezze naturali e dà alla luce quest’album
in compagnia del suo Golden Quintet che lo vede a fianco di Anthony Davis, pianoforte; John
Lindberg, contrabbasso; Pheeroan
akLaff, batteria ed Ashley
Walter, violoncello. Ma ad ispirarlo
non è come si potrebbe facilmente pensare la bellezza di questi luoghi, bensì
come lui stesso dice ………….”la
mia attenzione si concentra sulle dimensioni spirituali e psicologiche
dell’idea di mettere da parte riserve per la proprietà comune di cittadini
americani”...... e su questo nascono le sei composizioni che occupano i due cd. Di
fatto sei componimenti musicali che si sviluppano su vari ambiti, ambiti tra i
quali Smith si esprime con determinazione attraverso un
interplay dalle varie sfaccettature. Come, ad esempio, in “New Orleans: The
National Culture Park USA 1718”, dove l’intro si sviluppa in chiave jazz con
una sottile velatura blues, ma non mancano intervalli cameristici in cui il
violoncello di Walter è protagonista. E’
comunque Smith ad infiltrare con la sua tromba una dialettica che spesso si fa
viscerale, cupa e dai toni gravi in cui Davis al pianoforte lancia lampi di luce accecante
e illumina l’orizzonte con la maestosità del suo pianismo. Straordinario anche il
contributo del contrabbasso di Lindberg, più volte in simbiosi con il violoncello di Walter e ai quali si affianca il drumming superlativo di akLaff. E’ un lavoro di rara magnificenza e
completezza questo di Smith che certifica la grandezza compositiva e la visione artistica di un maestro concertatore e di un grande saggio del jazz contemporaneo.