Carlo Costa – Minerva
Between The Lines Records
Appare intrisa
di un’espressività indefinibile la musica di questo cd firmato dal batterista
romano Carlo Costa, oramai da anni cittadino di Brooklyn, in New York. A
rivelarlo sono già le prime note di Saturnismo
produzione discografica realizzata con il trio Minerva che include il pianista
JP Schlegelmilch e il contrabbassista Pascal Niggenkemper. Già dalla prima
traccia, che prende il nome dal titolo dell’intero cd, si avverte l’intento del
combo di non dileguarsi per vie usuali e così
il percorso si fa frastagliato
tra cambi di tempo e climi, con accenni a possibili esercizi armonici o a improvvisi
contorsioni dinamiche. Costa esprime un drumming elegante e fluido
contrappuntando i fraseggi di Schlegelmilch al pianoforte e i sollazzi inventivi
di Niggenkemper al contrabbasso. “Dream Machine” numerata come quarta traccia
della selezione è ritmicamente meccanica, oscillante tra minimalismi e
ostinati, il pianoforte traccia colori acquatici sul tappeto setoso liberato
dall’archetto del contrabbasso; “Let’s Go I Don’t Know” ci regala umori free bop mentre
“Plateau” sembra tracciare un percorso luminoso in un pentagramma grigio. Poi
arriva “Nocturnal Patterns” persa in un oscuro universo denso di frammenti
sonori che si intersecano senza mai sovrapporsi, intervallate da pause
silenziose o appena sussurrate. Si ricompone il tutto negli ultimi tre episodi di cui segnalo in
particolare “Moth” dalle dinamiche essenziali e dal lessico sofisticato pur aderente
a un ambito caratterizzato da un’essenza di sobrietà che non viene mai meno e
che sembra pervadere l’intero cd. Tre musicisti il cui linguaggio è certamente
influenzato dai luoghi in cui essi operano tra mille stimoli e fermenti
innovativi che in questa esperienza discografica sembrano voler filtrare
attraverso una cultura musicale europea che Costa e Niggenkemper si portano dietro
perché entrambi provenienti dal vecchio continente. Qui incontrano la caratura
jazz a stelle e strisce di Schlegelmilch pianista che pur suonando jazz non ha
mai rinunciato agli studi classici sullo strumento. Il mosaico che ne
scaturisce brilla per originalità e per l’esclusiva identità e nel contempo affascina
perché imbevuto di una costante attività di ricerca che i tre perseguono
incondizionatamente.