Satoko Fujii Min-Yoh Ensemble
Libra Records
La pianista Satoko Fujii vanta nel 2011 la pubblicazione di ben tre album in altrettanti contesti diversi:”Rafale” con il quartetto Kaze, “Eto” con la sua orchestra di New York e questo “Watershed” con il Min-Yoh Ensemble. Quest’ultima produzione è ispirata dalla musica tradizionale giapponese in continuità al percorso intrapreso con "Fujin Raijin", altra incisione con il quartetto Min-Yoh datata 2006. In “Watershed” ritroviamo il fidato Tamura alla tromba, Andrea Parkins all’accordion e Curtis Hasselbring, trombone. E’ un’opera condensata in otto brani ognuno dei quali ha una sorgente tematica tradizionale a volte ben delineata altre volte nascosta tra le pieghe di una rielaborazione strutturalmente stravolta del tema. In questo esercizio di traslazione la Fujii e soci riversano molteplici elementi di culture musicali eterogenee: si va dalla musica classica al jazz d’avanguardia con l’aggiunta, in questa specifica occasione, di armonie tipicamente tradizionali che trovano collocazione tra le intense maglie di un’interazione spesso nervosa fatta di accenti ritmici netti e picchi dirompenti, di un incedere in crescendo ma anche di brevi parentesi caratterizzate da melodie danzanti. Le sonorità rilasciate in questi ambiti contrappongono umori struggenti e irruenze dinamiche, vocalità graffianti e melodie delicate. Il combo ha un’architettura contraddistinta da un amalgama quasi ideale in quanto le timbriche strumentali sembrano incastrarsi e completarsi in una specificità unica, che mette in risalto le doti dei singoli: estroso ed immenso il trombettista Tamura, la vocalità della sua tromba non ha limiti nel suo dimenarsi tra fraseggi delicati e lamentevoli elucubrazioni; genialità poco comune quella della Fujii, il suo pianismo è una sorta di manuale da assimilare ascolto dopo ascolto per capire dove può arrivare la sua personale sintesi lessicale; esemplare, la Parkins, per come inserisce le peculiarità armoniche del suo accordion in un ambient d’avanguardia che si arricchisce, in tal modo, di coloriture popolari; senza alternativa il contributo di Hasselbring al trombone, viaggia con nonchalance supportando ogni fermento, ogni esercizio improvvisativo ogni uscita sopra le righe in un componimento musicale immensamente godibile.