Igor
Legari
Folderol
Igor
Legari
Folderol
22/30 aprile 2023
9 giorni di programmazione
93 appuntamenti di cui 49 concerti
234 musicisti
62 luoghi sparsi in tutta la città
Il Torino Jazz Festival 2023, che vede il ritorno di Stefano Zenni alla direzione artistica, è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino con il sostegno del Ministero della Cultura, Main Partner Intesa Sanpaolo e IREN, con il contributo di ANCoS e Confartigianato Imprese Torino, e in collaborazione con Fondazione CRT e OGR Torino.
Il Festival, quest’anno all’undicesima edizione, si svolgerà dal 22 al 30 aprile e ha in programma oltre ai concerti ‘Main Events’ (in prevendita dal 6 marzo) e a quelli ‘Jazz Cl(h)ub’ (il cui cartellone definitivo sarà disponibile nei primi giorni di aprile) numerosi appuntamenti tra cui Jazz Talks (incontri, conferenze), Jazz Blitz, Jazz Meeting e Jazz Special.
Gaia Mattiuzzi
Aut
Di Gaia Mattiuzzi ho un ricordo che mi porta indietro nel tempo fino al 4 settembre del 2009 e al festival Altro Jeizz. Era il Cortile Pandolfi Art Pub di Pozzallo, teatro di un concerto jazz del duo, voce-batteria e percussioni, Gaia Mattiuzzi-Francesco Cusa, con il progetto Skynshout. Qui potete leggere la mia recensione completa di quel concerto per jazzitalia.net. Oggi riascolto la Mattiuzzi, con questo nuovo album, Inner Core, ............................
Gabriele Mitelli / John Edwards / Mark Sanders
We Insist!
Nuovo album per il trombettista Gabriele Mitelli che si cimenta anche al sax soprano, elettroniche e voce in questa sua recente produzione in compagnia di due musicisti inglesi: John Edwards al contrabbasso e Mark Sanders batteria e objects. Un album che come chiarisce l'esauriente libretto che lo accompagna.... “è una dedica al mondo dei volatili, alle creature del mondo e alle loro migrazioni”..... e infatti ben cinque dei nove brani che compongono la selezione dell'album si ispirano a storie di vari tipi di uccelli, anche queste raccontate nel libretto sopracitato.
Ivo Perelman / Matthew Shipp
Esp Disk
XXIV Edizione
3 marzo – 27 luglio 2023
Il festival Crossroads è una maratona musicale che attraversa tutta l’Emilia-Romagna: l’edizione 2023 si svolgerà dal 3 marzo al 27 luglio, con più di 60 concerti distribuiti in oltre venti comuni su tutto il territorio regionale. I continui spostamenti da una città all’altra e da uno stile musicale all’altro (con il jazz a fare da punto di riferimento) conferiscono al festival la sua forte identità: un grande viaggio fatto di scoperte musicali e geografiche.
Zoh Amba Trio
Franco D'Andrea / Dj Rocca
Parco della Musica
di Giuseppe Mavilla
Tradizione e innovazione è il connubio ricorrente sulla scena del jazz contemporaneo. Da una parte mantenere i legami con i canoni del jazz che ha fatto storia, dall'altra ricercare contaminazioni con altri generi musicali o aprirsi ad espressività che poco o nulla hanno a che fare con la musica afroamericana. Franco D'Andrea ha saputo interpretare al meglio questa filosofia, tra le sue opere sono tanti gli esempi delle capacità di questo straordinario pianista di rinnovare costantemente la sua proposta musicale non dimenticando mai la tradizione.
Live Concert Multisala MPX Padova 23.10.2022
di Giuseppe MavillaLa Fire Orchestra è tornata a Padova a poco meno di un anno dal concerto tenuto nel 2021 al Teatro Verdi, nato dalla collaborazione fra il Centro D'Arte degli studenti dell'Università di Padova e il Padova Jazz Festival ed inserito nell'edizione 2021 dello stesso Festival. Il ritorno in questo 2022, lo scorso 23 ottobre, è invece dovuto alla partecipazione del gruppo alla seconda parte della rassegna Opera Libera Centrodarte22 con cui l'università di Padova festeggia i suoi 800 anno di attività.
Il Padova Jazz Festival 2022 sarà un percorso a stile libero attraverso le innumerevoli possibilità estetiche del jazz: star internazionali (Dave Holland, Kenny Garrett) e nuovi talenti emergenti (Joey Alexander, Joel Ross), percorsi nel miglior jazz italiano (Enrico Rava con Danilo Rea, Dario Deidda e Roberto Gatto; Gegè Telesforo; Claudio Fasoli; Roberto Ottaviano; Ruggero Robin; Piero Principi) e nel sempre più rilevante jazz al femminile (Linda May Han Oh, Melissa Aldana, Rossana Casale, Silvia Bolognesi). La ventiquattresima edizione del festival si svolgerà dal 3 al 26 novembre: ogni settimana una tripletta di serate consecutive, caratterizzate da una forte coesione tra di loro. Di settimana in settimana, il festival cambierà inoltre residenza, toccando i principali palcoscenici cittadini (Teatro Verdi, Multisala MPX, Centro Culturale San Gaetano) e sedi inedite per la manifestazione (l’Aula Rostagni dell’Università degli Studi di Padova e l’Auditorium La Casa della Musica di Pianiga).
27 ottobre - 1 dicembre 2022
Bologna, Ferrara, Forlì
COMUNICATO STAMPA
Solo a Bologna! L’edizione 2022 del Bologna Jazz Festival brilla per le presenze in esclusiva nazionale del supergruppo jazz più atteso della stagione autunnale, il quartetto con Joshua Redman, Brad Mehldau, Christian McBride e Brian Blade, e di Edu Lobo, padre fondatore della música popular brasileira. In un vasto calendario che abbraccia ben 36 giorni, dal 27 ottobre all’1 dicembre, e numerose location (raggiungendo anche i comuni dell’area metropolitana e le province di Ferrara e Forlì) troveranno spazio la Mingus Big Band e innumerevoli altri protagonisti di primo piano del jazz made in USA, una significativa rappresentanza del jazz nazionale e qualche proposta ‘esotica’.
Con un'anteprima di gran pregio, Elaine Mitchener alla Sala dei Giganti al Liviano, riprende stasera la seconda parte di Opera Libera Centrodarte22 che come la prima parte proporrà da oggi e fino al 30 novembre prossimo, appuntamenti di grande rilievo. Ecco di seguito il relativo comunicato stampa:
La musica proposta dal Centro d’Arte è sempre più specchio delle tendenze recenti e recentissime, in quanto frutto di un attento lavoro di scandaglio e di scoperta da parte di un gruppo di curatori che non si limitano a presentare esperienze già esistenti ma collaborano attivamente con i musicisti per creare e proporre nuove produzioni originali, in alternativa alle proposte ‘di giro’ per quanto interessanti e originali.
Ivo Perelman Quartet
Mahakala Music
Da un quartetto stellare di soli sax ad un quartetto altrettanto stellare, che comprende sax, pianoforte, contrabbasso e batteria. Il passo è breve per Ivo Perelman, il sassofonista brasiliano, newyorkese d'adozione, che ha pubblicato nel 2022 questi due album in contemporanea. Due modi diversi di interpretare il jazz ma che nella realtà, pur nelle configurazioni e identità diverse degli otto protagonisti, sono due album il cui fattore primario è la libertà espressiva. Del primo Div(o) ho già raccontato in questo blog e potete leggere la recensione qui, del secondo mi accingo a farlo adesso non senza aver prima rivelato che il quartetto di Magic Dust è formato da William Parker al contrabbasso, Christopher Parker al pianoforte, Chad Anderson alla batteria e dallo stesso Ivo Perelman al sax tenore.
Franco D’Andrea – pianoforte
Dj Rocca – elettronica
Franco D’Andrea meets Dj Rocca, un incontro tra due protagonisti assoluti della scena musicale italiana, due esploratori sonori alla ricerca di tutte le possibili connessioni tra jazz ed elettronica. Attratti da un’inaspettata sinergia, Franco D’Andrea e dj Rocca danno vita a un progetto che unisce passioni lontane, generazioni diverse e riferimenti culturali spesso distanti, grazie ad un’unica e condivisa curiosità verso gli infiniti linguaggi della musica.
(D)IVO Saxophone Quartet
Mahakala Music
Il sassofonista brasiliano Ivo Perelman si rivela artisticamente sempre più prolifico ed innovativo. Lo scorso anno ha pubblicato il notevolissimo Brass and Ivlory Tales una raccolta di nove cd, in duo, in ognuno dei quali incontra un pianista diverso. Da qualche mese è invece in circolazione un album in quartetto che lo vede affiancare altri tre grandi sassofonisti del jazz contemporaneo, con lui al tenore troviamo: Tony Malaby al soprano, Tim Berne al contralto e James Carter al baritono.
“Fujii’s music troubles the divide between abstraction and realism. Plucking or scraping the strings of the piano; covering them up as she strikes the keys…. All of this amounts to abstract expressionism, in musical form. But it’s equaled by her rich sense of simplicity, sprung from the feeling that she is simply converting the riches of the world around her into music.” —Giovanni Russonello, New York Times
Kris Davis' Diatom Ribbons at Village Vanguard
live recording for Pyroclastic!
Live Concert Sala dei Giganti al Liviano Padova 08/05/2022
Live concert TeatroTorresino Padova 14/04/2022
E’ stata un’esplosione di energia travolgente quella generata dal quartetto “Entasis” sul palco del Teatro Torresino, a Padova, lo scorso 14 aprile 2022, nell’ambito della rassegna Opera Libera Centrodarte 22 dedicata agli ottocento anni dell’Università di Padova che ricorrono quest’anno. Un’esclusiva nazionale di un quartetto guidato dal sassofonista e clarinettista giapponese Akira Sakata al cui fianco c'erano il pianista Giovanni Di Domenico, il chitarrista Giotis Damianidis e il batterista Balázs Pándi che da qualche mese ha sostituito Christos Yermenoglu passato a miglior vita all’inizio di quest’anno.
Sylvie Courvoisier / Mary Halvorson
La pianista Sylvie Courvoisier e la chitarrista Mary Halvorson avevano già sperimentato la loro propensione a dialogare insieme in occasione dell'acclamato Crop Circles, album realizzato in duo, nel 2017, per la Relative Pitch Records. Ora rieccole in connubio in questo affresco sonoro pubblicato nell’autunno del 2021 per la giovane ma intraprendente etichetta Pyroclastic Records della pianista Kris Davis. Dodici brani originali, di cui cinque firmati dalla Halvorson, quattro autografati dalla Courvoisier e tre improvvisazioni.
COMUNICATO STAMPA
In una sorta di playback virtuoso, il Padova Jazz Festival 2021 recupera quasi totalmente i concerti dell’edizione 2020, che fu completamente annullata a causa del lockdown. E a essi aggiunge numerose novità, guardando al futuro. In scena dal 10 al 21 novembre, la ventitreesima edizione del festival padovano sarà un inno all’Europa, con un cast artistico proveniente da Italia, Svezia, Germania, Russia, oltre a una notevole rappresentanza di musicisti statunitensi che dell’Europa hanno fatto la loro seconda casa. Riflettori puntati, tra gli altri, su David Murray, Enrico Rava con Fred Hersch e su una presenza d’eccezione come quella di Charles Lloyd.
Il Padova Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Culturale Miles presieduta da Gabriella Piccolo Casiraghi, con il contributo dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Padova, il sostegno del Ministero della Cultura e la collaborazione del Centro d’Arte degli Studenti dell’Università di Padova, storica associazione cittadina attiva sin dagli anni Quaranta.
Ivo Perelman Matthew Shipp
SMP
Andrea Grumelli
Dodicilune
E’ un progetto dedicato al musicista jazz Keith Moore Red Mitchell il “Red Project” che il bassista Andrea Grumelli propone in questo cd edito dalla Dodicilune. Nato a New York nel 1927 e deceduto nel 1992 Michell era un multistrumentista, suonava infatti il contrabbasso, il pianoforte e il violoncello. Nel ’49 compare in varie orchestre tra le quali quella di Woody Herman, dove rimane fino al ’51, da lì sarà un’infinita ascesa di frequentazioni con musicisti di grande levatura come Red Norvo, Gerry Mullingan, Hampton Hawes. Nel 1968 Dizzy Gillespie lo scrittura per il suo gruppo e poi arriva il trasferimento di Mitchell in Europa dove suona fra gli altri con Phil Woods e Bobo Stenson. Questo per ricordare le tappe salienti della sua carriera mentre la sua discografia conta numerose collaborazioni, compare infatti in oltre mille incisioni e tra le sue composizioni troviamo anche un ampio songbook dal quale sono state riprese le nove songs riproposte in questo progetto.
Susan Alcorn Quintet
Relative Pitch
Benoît Delbecq
Pyroclastic
Il pianista francese Benoît Delbecq è da sempre fra i musicisti più innovativi che operano in un ambito che travalica il jazz e si incunea su orizzonti sonori più pertinenti l'espressività della musica contemporanea. Questo suo ultimo lavoro, non a caso inciso per l'etichetta Pyroclastic Records, creata dalla pianista Kris Davis e dedita alla pubblicazioni di album che esulano da ambiti tradizionali, ci presenta Delbecq in totale solitudine ed alla prese con un pianoforte preparato. Nove flussi sonori, tutti nati dalla sua esclusiva vena compositiva, molti dei quali ispirati a tematiche che riguardano le dinamiche correlate di ombre e luci.
Mark Feldman
Intakt
Secondo album in totale solitudine per il violinista Mark Feldman, il primo Music For Violin Alone risale al 1994, quindi 26 anni di tempo separano le due incisioni, malgrado le sollecitazioni della Intakt Records, l'etichetta discografica svizzera per la quale Feldman incide, che aveva più volte invitato, in questo lasso di tempo, il musicista di Chicago a realizzare un nuovo album per violino solo. Ma Feldman non è mai rimasto con le mani in mano, si contano infatti nella sua attività di musicista ben centocinquanta incisioni di musica jazz e musica creativa in cui lui appare come solista, senza tener conto di almeno duecento incisioni realizzate nel suo primo periodo di musicista in quel di Nashville.
Setola Di Maiale
Una discografia che consta di 100 album, incisi in trent’anni, per il sassofonista Ivo Perelman, un traguardo raggiunto nel 2020 e festeggiato con la pubblicazione di tre nuovi lavori: Dust of Light / Ears Drawing Sounds inciso con un virtuoso di chitarra, il francese Pascal Marzan; The Purity Of Desire con Gordon Grdina e Hamin Honari e Shamanism con Joe Morris e Matthew Shipp. A questi si sono aggiunti prima della fine dello stesso anno: Polarity, in duo con il trombettista Nate Wooley; Garden of Jewels in trio con Whit Dickey e Mathew Shipp e un documentario "Ivo Perelman: A musical Storyteller" dedicato alla sua carriera di musicista. Un musicista estremamente prolifico, il nostro, le cui produzioni non smettono mai di affascinare e di sorprendere. L’ ennesima dimostrazione di quanto appena affermato è questo Dust of Light / Ears Drawing Sounds scaturito da un incontro inedito tra i due musicisti avvenuto a Londra che li ha immediatamente avvicinato.
Satoko Fujii Orchestra New York
Libra
Dopo i recenti duetti con Ramon Lopez in Confluence, Tatsuya Yoshida in Baikamo, Joe Fonda in Four e dopo lo splendido solo Stone, (tutti recensiti in questo blog, per leggere le relative recensioni basta cliccare sul titolo di ogni album) la pianista Satoko Fujii torna a dirigere la sua Orchestra di New York, una vera e propria big band di 13 elementi con il meglio dei musicisti newyorkesi per quella che è l’undicesima registrazione dell’ensemble (la prima è datata 1997) e per quella che è una delle cinque orchestre che la Fujii dirige, le altre hanno residenza a: Kobe, Nagoya, Tokio e Berlino.
Cuneiform
Ingrid Laubrock
La sassofonista Ingrid Laubrock, di origini germaniche ma dal 2000 cittadina di Brooklyn, viaggia tra le pagine del suo taccuino dei sogni di questi ultimi dieci anni e compone le partiture per questa singolare opera di cinque brani. Scritti inizialmente per un piccolo gruppo formato, oltre che dalla stessa sassofonista, anche da Cory Smythe, piano, Sam Pluta, electronics, e da altri tre musicisti ospiti che intervengono in momenti diversi: Adam Matlock, accordion; Josh Modney, violino; Zeena Parkins: Electric harp.
Maria Schneider Orchestra
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Ivo Perelman / Arcado String Trio
Fundajci Sluchaj
Who knows how many of you know that the whimsical Brazilian musician Ivo Perelman, now a New York citizen, was a student of classical guitar first and then of cello as a child. To listen to him, disruptive and irrepressible, alongside pianist Matthew Shipp, through a wide discography all marked by improvisation, would seem unthinkable. And yet Perelman has such a pronounced musical sensitivity that he is able to make albums alongside stringed-instrument musicians, as has already happened with the Strings series of albums, certainly more devoted to the classical language.
Ivo Perelman / Arcado String Trio
Fundajci Sluchaj
Chissà a quanti di voi è noto che l’estroso musicista brasiliano Ivo Perelman, oggi cittadino newyorkese, da bambino è stato uno studente di chitarra classica prima e di violoncello poi. Ad ascoltarlo dirompente e incontenibile al fianco del pianista Matthew Shipp, attraverso un’ampia discografia tutta improntata all’improvvisazione estemporanea, sembrerebbe impensabile. Eppure Perelman ha una sensibilità musicale così pronunciata da riuscire a realizzare album anche a fianco di musicisti di strumenti a corde, come è già peraltro avvenuto con gli album della serie Strings, certamente più votati al linguaggio classico.
Daniel
Carter / Matthew Shipp / William Parker / Gerald Cleaver
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Daniel Carter, Matthew Shipp, William Parker sono tra i musicisti più rinomati della downtown newyorkese, la loro discografia si è pregiata nel 2018 di uno degli album più interessanti di questi ultimi anni. Si chiama Serafic Ligh a cui è seguita la realizzazione di questo Welcome Adventure! Vol.1 che vede aggiungersi al trio il batterista Gerald Cleaver. Un quartetto in tutto e per tutto stellare che propone un progetto che reca nel titolo il suffisso: vol.1, segno che si tratta di un lavoro che avrà un seguito.